“Il giovane nella foresta”

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 U n giovane sta facendo il bagno in un lago nel mezzo di un bosco. Uscendo dall’acqua non trova più i suoi vestiti ed è perciò costretto ad andare nudo nel bosco. Arrivato ad un certo punto sente una strana sensazione, come di essere spiato. Si guarda meglio intorno e nota che ci sono creature con il corpo completamente ricoperto di peli: lo stanno fissando con aria mista tra il disappunto e il disprezzo.

Il giovane chiede: “Chi siete, perché mi guardate così?”

Uno del gruppo, presumibilmente il capo, dice “Siamo della tribù dei giusti e siamo molto preoccupati del tuo aspetto. Abbiamo notato che non hai pelo sullo stomaco, hai solo qualche ciuffetto qua e là, devi essere uno debole che si fa fregare dagli altri. E questo non è giusto vieni con noi, stai con noi che ti insegniamo a ricoprire il tuo corpo di peli necessari per difenderti da qualsiasi ingiustizia”.

Il giovane ci pensa quel tanto necessario per capire che avere un po’ di pelo sullo stomaco lo aiuterebbe ad essere un po’ più sicuro di sé, a difendersi meglio da certe accuse o richieste ingiustificate. Questo però gli sembra troppo, così li ringrazia dell’offerta e procede il suo cammino.

Dopo aver camminato un po’ nel bosco ecco che nuovamente sente quella strana sensazione, simile alla precedente. Si guarda intorno e questa volta intorno a sé vede creature con il corpo completamente ricoperto di squame.

Il capo si rivolge al giovane con commiserazione: “Come fai a vivere se hai il corpo così esposto, vieni a vivere con noi e ti insegnano a ricoprire il tuo corpo con un bello scudo che ti protegge e difende. Vieni a vivere con noi perché noi siamo il popolo della certezza. Solo noi ti diamo la certezza delle cose da fare e non fare”.

Il giovane ci pensa un po’, quel tanto che basta per considerare che ogni tanto una bella corazza potrebbe difenderlo da attacchi improvvisi, offese gratuite, cattiverie inattese, che una bella certezza lo proteggerebbe da tanta ambiguità e vaghezza. Poi pensa che con il corpo ricoperto di squame diventerebbe molto rigido, troppo duro e questo non gli piacerebbe e con la certezza perderebbe il gusto dell’imprevisto, della sorpresa. L’ideale sarebbe poter contare su una bella corazza quando è necessaria, senza però vivere costretto all’interno di un rigido scudo. Li ringrazia dell’offerta e prosegue per la sua strada.

Mentre ormai è in mezzo al bosco, ancora una volta quella strana sensazione, si volta, si guarda intorno e vede che questa volta sono creature dalle grandi ali che lo guardano con commiserazione e disprezzo.

Uno di loro si rivolge al ragazzo: “Che pena fai, costretto a camminare con le tue gambe invece di volare in alto. Se ti unisci a noi scoprirai che noi siamo il popolo della verità. Solo noi la conosciamo e la insegnano”.

Pensa che questo gli piacerebbe. Ha sempre desiderato volare in alto e ha sempre desiderato conoscere la verità. Ma poi ci ripensa e capisce che ognuno può volare solo con le proprie ali, non sulle ali di un altro. E sa anche che la verità è nascosta nel cuore di ciascuno e non può essere imposta, neanche dal popolo della verità. Anche questa volta declina l’invito e prosegue per la sua strada.

E così si inoltra sempre più nel bosco esplorando questo territorio interno sinora inesplorato e più va oltre più è in grado di vedere cose che prima non riusciva a scorgere. Ringrazia chi gli ha portato via gli abiti perché gli a fatto conoscere quelle strane creature e il loro modo di ricoprire il corpo. Ora sente finalmente un senso di leggerezza  e di autenticità.

All’inizio del viaggio non sapeva bene cosa stesse cercando ma ora finalmente l’ha capito.

Mentre procede sente che l’aria diventa più fresca e avverte nettamente gli odori dei luoghi. Vede da lontano un laghetto, si avvicina lentamente per rinfrescarsi  un po’ e si sporge. Il laghetto riflette la sua immagine. Dopo tanto guardarsi intorno, può finalmente guardare se stesso e notare che di fronte a sé ha la persona più bella che avesse mai visto, anche se il suo corpo non è completamente ricoperto di peli, come il popolo che crede di sapere ciò che è giusto, non è ricoperto di piume, come il popolo che crede di conoscere la verità, non è ricoperto di squame, come il popolo che dice di avere certezze.

Tutto ciò gli consente di accettare che nel suo corpo c’è solo un po’ di giustizia, un po’ di verità e un po’ di certezza. Ma soprattutto c’è la consapevolezza di ciò che è adatto, funzionale e opportuno, il senso della misura e dell’eleganza. Ora sa quali sono i suoi abiti più adeguati, quelli che possono proteggerlo senza costringerlo, che possono abbellirlo senza nascondere le sue debolezze, che gli consentono di esplorare le sue possibilità senza pretendere troppo.

(Consuelo C. Casula)