
Una volta, sui social parlavano le Facce, delle loro esperienze, ora si vende di tutto e qualche volta ci si mette la faccia.
Mi hanno detto di fare dei video e di targhettizzare per mirare e puntare l’obiettivo sul cliente che intendo catturare…
X…X – ”Sei una professionista e vuoi lavorare? Ok, ma se non sei social non ti trova nessuno….Se non lavori in struttura ospedaliera o ASL o clinica, puoi farti delle belle scarpe da ginnastica e cominciare a correre che almeno ci guadagni in salute…
Devi fare promozione d’immagine…personal branding…ma se vuoi essere cliccata, non devi dare informazioni importanti, devi mettere una bella foto accattivante e due righe banali che dicono tutto, altrimenti non lo leggono…calcola che il tempo di permanenza su ogni post è di 3 secondi…e hai il nome sbagliato…il nome deve essere semplice e dire già cosa troveranno nel contenitore…”
Rifletto nauseata…potrei usare uno stile tipo food marketing…’presto sani’ comprate riabilitazione fresca di giornata! Prego siore e siori!
IO –“Ma io non vendo oggetti, elargisco un servizio di assistenza alla salute… prevenzione… riabilitazione… potenziamento… hai presente? you understand?”
Osservo nel mare dei social, che a volte se scrivi in inglese è più fico, magari non ci capiscono ma sembri più professional…come chi ha l’accento del nord e quello del sud…stesso loop dicotomico…
Non ci voglio credere che siamo scesi così in basso…qualità venduta al mercato in cambio di immagine
X…X – “Se vuoi fare picchi di visualizzazione, devi andare random a mettere mi piace a tutti, anche a quelli più….diciamo meno eleganti post…ma, se vuoi spaccare e avere un trend in salita rapida, crea una polemica, una discussione, le statistiche dicono che se crei una discussione, un disaccordo, le visualizzazioni salgono…fallo e vedrai che funziona”
Mi viene da vomitare…
Capite?! Dovrei provocarvi e dirvi che siete un po’ cretini e che non siete neanche molto intelligenti e che credete agli asini che volano basta che nei riferimenti ci sia un richiamo bibliografico a PubMed o simile…
Non posso crederci e non voglio…continuo ad avere fiducia nell’intelligenza dei Più…tanto che…
Ma veniamo al perchè del mio interesse a diffondere il verbo della solidarietà…
Durante il lockdown, per l’esattezza il 9 marzo 2020, ho messo insieme un team di oltre venti terapisti su rete nazionale, per dare supporto a distanza alle persone chiuse in casa…KINTSUGIMENTAL & TO Emergency…faccio notare in grado di supportare anche chi ipoudente o ipovedente, in ambito di competenza: neurologico, Parkinson, Alzheimer, SLA, SMA, autismo, ortopedia, malattie rare, gestione dello stato emotivo, caregiving, parto e allattamento, fase terminale, burnout, ecc…
Il servizio è stato diffuso in rete e sui più conosciuti social, segnalando disponibilità a offrire GRATUITAMENTE il nostro lavoro.
Inoltre, in previsione futura, assieme ad un esperto di risorse umane, abbiamo preparato un servizio di supporto post emergenza covid2, per il personale sanitario massacrato dalla tensione della pandemia
Il tutto e per tutti, GRATIS…no dico…GRATIS GRATIS…proprio zero euro…
Ho tenuto in panchina Team, altri validi elementi da inserire in caso di esubero richieste di assistenza
La comunicazione è stata estesa ai grandi enti di supporto pubblico, a dieci sindaci, a un centinaio di associazioni di pazienti e di volontariato, e a radio e televisioni perché ne parlassero anche in coda alla notizia del veterinario a distanza
Alla domanda “ma se non posso pagare la pubblicità sui social?” tua scelta ma sappi che non sarai visibile a nessuno se giri gratis
Alla domanda “come faccio a dire in tv o in radio che offriamo aiuto gratuito e di alta competenza?” “Beh sai, in questo momento ne sono nati talmente tanti che danno supporto, che non fa notizia…troppa concorrenza…ora, si vende’ la storia umana’, se hai una storia da raccontare, quella si vende”
Mi indigno…
Ma allora santa pace, mi dite voi perché vi fate considerare così sciocchi e poco intelligenti?
Si ritiene, spero per generalizzazione, che abbiate un cervello commerciabile e neanche troppo intelligente per leggere tre righe di un post senza foto effetto wow e che un video se dura più di 1 minuto è troppo per il vostro livello di attenzione
Ma cosa è accaduto? Una pandemia da virus o un rincoglionimento da media?
Mi chiedo se veramente per diffondere il mio lavoro (tre lauree + varie specializzazione) devo fare un corso di web marketing, un book fotografico senza rughe, branding con il logo su magliette e borracce in alluminio e assumere un regista per girare video che non guarderete che per pochi secondi e, se avrò usato la PNL giusta, vi avrò convinti che avete spinto il bottoncino giusto e scende il croccantino…
No, mi rifiuto, non voglio adeguarmi alla massa critica di questa stolta linea sociale
Sono una professionista di alto livello, non vi comprerò per due soldi alla fiera dell’est, ma se vi scappa la curiosità di conoscere cosa faccio, venite a studio e passate parola sulla competenza, non sull’immagine!
Comunque ci tengo a condividere, ovviamente solo con chi ha avuto la temeraria costanza di leggere fin qui, cosa è emerso dall’analisi dello stato sociale in pandemia
Nonostante il team di eccellenti professionisti, a parte una decina di interventi, è accaduto che non abbiamo potuto donare quanto potevamo… desolante risultato
Ma facendo una raccolta di info anche ad alti livelli organizzativi, ho preso atto che molte altre iniziative hanno mancato l’obiettivo…nonostante una notevole diffusione su tutti i canali comunicativi
Quindi, nessuna responsabilità alla visibilità mediatica, ma una componente ben più importante…
Quindi, come professionista della prevenzione ho ritenuto doveroso per il futuro, fare un’analisi doverosa dell’accaduto.
Le persone in lockdown si sono settate sull’intelligenza di cui la natura ci ha dotato, quella per la sopravvivenza, il minimo dispendio energetico fisico e mentale, in modalità attacco o fuga, esattamente come farebbe un animale in pericolo di vita.
Dall’altra parte, è avvenuto che tutti coloro che si trovavano in condizioni di offrire assistenza, lo hanno fatto, generando un surplus dell’offerta, allagando il bacino della visibilità, nel mare della comunicazione online.
Ecco la risposta all’arcano, nonostante ci fossimo con tutti i sentimenti, non abbiamo tenuto conto dell’interlocutore. L’utenza più bisognosa, nella necessità di questo confino solitario, ha estratto virtù, si è rimboccata le maniche e ha tirato fuori risorse inimmaginabili in un tempo di vita normale
I volontari più coraggiosi ed efficaci, hanno fatto assistenza sul campo e non via web
In sintesi, l’emergenza sanitaria ha migliorato la risposta del singolo e messo in difficoltà la risposta del grande.
Per il futuro, sapremo come comportarci perché grazie al lockdown, abbiamo ricevuto un impareggiabile insegnamento…
Per il futuro della mia professione, spero di poter rinunciare presto al vortice tirannico del web
Ringrazio in particolare chi ha avuto la pazienza di leggere tutto e smentire chi vi accusa di superficialità…
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