22 marzo 2021, dal meeteing organizzato da Istituto Superiore Di Sanità – Dipartimento di Neuroscienze
“Il “mestiere del curare” in questo periodo è particolarmente complesso. Sono gli operatori sanitari, con i loro diversi ruoli e mansioni, i primi ad essere chiamati ad affrontare un’emergenza di enorme portata, che incide non solo sui carichi di lavoro, ma anche sulla loro salute psicofisica.”
Si è evidenziato con grande cura, come il carico che già gravava sulla sanità, sia stato sottoposto a una imponente pressione a causa del COVID-19, che si è infiltrato nelle crepe della macchina sanitaria, colpendo come mai prima d’ora, la prima linea delle sue difese, il personale sanitario.
Si fanno sentire ogni giorno di più, i sintomi di stress estremo, per chi porta ancora come loro, il fardello emotivo di convivere con la morte e la paura di esserne portatori.
“Per rispondere correttamente alle esigenze che il personale sanitario vive in questo periodo è necessario collegare le problematiche presenti per cercare di affrontare e correggere i fattori di rischio presenti e per individuare e promuovere nuovi fattori di protezione.
Interviste di E. Longo: Prendersi cura intensamente: dialoghi con i curanti
Dott.ssa Simeoni e Ostetrica Pecilli
Umanizzazione della cura, abbracciare la solitudine e la fragilità.
Si è data voce alle necessità degli operatori, che hanno sentito mancanza di condivisione, che sofferto della mole burocratica, necessitando di più organizzazione e della gestione delle dinamiche nel gruppo di lavoro.
Si sono sentiti soli nel prendere le decisioni, caricati di responsabilità non di loro competenza.
La necessità di un’area di relax, di decompressione, all’interno del reparto, facilmente recuperabili dalle aree in disuso nella struttura, da dedicare a tal fine.
Fragilità e dolore compressi e omessi nella presa in carico del paziente, “società algofobica” protesa alla produttività.
L’ostetrica sovraccaricata dal ruolo di “perno unificante” nella famiglia divisa dalle barriere di protezione ospedaliera.
Impatto emotivo “tempesta di emozioni”, sofferenza e disagio profondo nella gestione in solitudine, per ogni singolo operatore…difficoltà di gestire il carico allostatico.
Cristina Aguzzoli: Gestione del carico allostatico
Equilibrio organico messo in pericolo da carico allostatico, esposizione allo stress, richieste di energie supplementari nella risposta di attacco o fuga.
Amigdala, emozioni, paura, sono detonatori dell’equilibrio se manca, o è di scarsa entità, la memoria sinaptica strutturata da esperienze pregresse.
Risultato: Sintomi fisici d’infiammazione cronica e disequilibrio psichico
Soluzione: Formazione e supporto come prevenzione e protezione della salute del curante.
Michela Rimondini: Supportare psicologicamente l’operatore sanitario nell’evento avverso
L’evento avverso intacca l’autoefficacia e genera significativi disagi psicofisici, impattando sulla qualità di vita degli operatori sanitari.
L’attuale pandemia ha esploso il processo latente di stress, aumentando fattori di rischio, ritmi di lavoro, operare in contesti non familiari, situazioni di impatto emotivo elevato, scarse conoscenze delle nuove procedure richieste.
Da eroi a persecutori, responsabilità troppo esosa in termini emotivi.
Soluzione: psicologia dell’emergenza, identificando interventi efficaci, per favorire il ripristino dell’equilibrio psicologico, resilienza, valorizzare le cicatrici.
Marina Risi: La competenza individuale della promozione della salute
lo stress cronico dei curanti, era presente anche prima del Covid e oggi ci troviamo a vari livelli, con le ali spuntate…
Ci troviamo a parlare di resilienza, ma dove nasce e come si promuove.
Nasce a livello psicofisico, in organi e funzioni cerebrali: asse dello stress intestino-cervello, ormoni, recettori, barriera ematoencefalica, mediatori dell’infiammazione= cascata di reazioni biochimiche.
Il resiliente ha una buona risposta del microbiota e del sistema immunitario sia a livello innato che acquisito.
Lo stress cronico dovuto alla pandemia, ha avuto un’importante incidenza sulla telomerasi, perché una perdita così repentina dei telomeri, agisce sul metabolismo mitocondriale e influenza l’invecchiamento cellulare riducendo l’aspettativa di vita.
Respirazioni mirate, tecniche di meditazione, stile di vita, hanno dimostrato un effetto positivo sulla telomerasi e quindi sull’invecchiamento cellulare…perché allora non contemplarli quotidianamente nella cura?
La resilienza già minata da anni di sovraccarico, deve essere oggi quanto mai supportata, apportando una revisione sistemica della cura e della promozione della salute, cambiando il modello culturale, uscendo dal modello meccanicistico, promuovendo l’approccio biopsicosociale.
In sintesi, non possiamo curare la malattia senza convocare la nostra fisiologia, la nostra farmacia interna, il nostro potente effetto placebo (30% della cura), il nostro potere personale. Dobbiamo integrare tutte le risorse a nostra disposizione, prima che sopraggiunga il danno.
Anna De Santi: Supportare gli operatori nell’affrontare il fine vita
Di fine vita non se ne parla abbastanza in tempi normali, questa emergenza sanitaria ha inciso pesantemente su questo tema delicatissimo.
Mortalità e lutto imminente, ci portano a dover essere pronti a rispondere, come farlo? Come preparare gli operatori a questa purtroppo diffusa necessità?
Sostegno spirituale, psicoterapia a distanza, possibilità di comunicare al di fuori del letto di ospedale, sono solo alcune delle richieste che gravano emotivamente sull’operatore sanitario.
Morti inattese, premature, violente…lutto complicato che colpisce a macchia d’olio la famiglia e la comunità, con il rischio del blocco dell’elaborazione del lutto.
Le morti improvvise e le modalità di sicurezza per l’arginamento del virus, ha provocato un grave vuoto a causa dell’assenza del corpo, questo ci ha privati del rito dell’addio, generando forti traumi con ripercussioni nel futuro.
La realtà è carica d’incertezza, ma anche di generosità, quello che manca è coordinamento delle risorse e formazione mirata.
Elaborare soluzioni e formazione, focus group, interventi mirati, per proteggere le generazioni di domani, creando dei protocolli che possano supportare chi si trova abbandonato nel momento del lutto, che sia la famiglia o l’operatore.
Terapia della dignità, medicina narrativa…è importante saper supportare il calendario della vita dalla nascita alla fine della vita.
Corsi e materiali, sul sito ISS.
David lazzari: Gli strumenti a supporto degli operatori
Risorse di resilienza e formazione, per gestire l’impatto sulla pandemia.
Dal 2008 esiste una legge per misurare lo stress lavorativo, aspetto trascurato, che va ricordato e rimesso in prima lista, nella gestione della cura e del personale.
Il 60% degli operatori ha dimostrato segni di burnout, con relativi disturbi a carico fisico
26.8% depressione
31.3% Ansia
34.3% Stress
36.7% Sintomi di SPT stress post traumatico
48.9% Depersonalizzazione
56% Esaurimento emotivo
Le donne con percentuali maggiori rispetto agli uomini: 47.3% contro 34.4%
Per le buone prassi a sostegno degli operatori sanitari, nel maggio scorso, grazie alla collaborazione dell’ISS e l’aiuto dell’INAIL, è stato emanato un documento con le linee guida e le buone prassi della gestione dello stress e il burnout degli operatori sanitari.
Importante è superare la visione meccanicistica a favore di una visione ampia, che contempla aspetti fisici e psicologici e le ricadute fisiologiche dello stress.
Una fotografia sulla letteratura scientifica sul quadro epidemiologico, dimostra come lo stress protratto nel tempo, incide a tutto campo sulla persona, accelerando la comparsa di patologie debilitanti, inficiando gravemente sulla qualità di vita.
Contesto, organismo, dimensione psicologica=benessere
Lo stress richiede comportamenti adattivi, che sono soggettivi e decisivi, per la gestione della risposta individuale, solo così possiamo migliorare l’effetto coping.
Conoscere lo stress e le sue fasi, è fondamentale per ottenere obiettivi soddisfacenti, e avviene rimuovendo i baias culturali che ostacolano l’attivazione e l’utilizzo delle risorse.
Fattore personale, comunicazione, formazione, prevenzione, al fine di promuovere l’empowerment.
Modello per determinare il livello dello stress, tramite indici di riferimento, rilevabili sia sugli operatori che sui pazienti.

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