…le uova di Pasqua…

La tradizione di colorare, dorare e donare uova benedette, era viva in tutta la cristianità, mentre oggi si ritrova quasi esclusivamente nel mondo orientale.

In Russia l’uovo pasquale si chiama pysamky, dal verbo pysaty, scrivere, perché la sera del sabato si tracciano sul suo guscio simboli cristiani pregando o cantando antichi canti e la mattina di Pasqua, ogni famiglia porta in chiesa per la benedizione, il suo cestino di uova dipinte.

Si tratta di un rito arcaico primaverile che venne poi cristianizzato, com’è successo con tante altre tradizioni precristiane.  

La Pasqua come cade prevalentemente nel segno dell’Ariete con il quale comincia il nuovo anno astrologico, segno della ricreazione dell’anno e del cosmo; e che cos’è l’uovo se non il simbolo più adatto per celebrare questo rinnovamento, questa ricreazione cosmica?

Un antico mito orfico narrava che la Notte fecondata dal vento, aveva deposto nell’immenso grembo nell’oscurità, un nuovo d’argento da cui balzò un dio con le ali d’oro, chiamato Eros, mostrando quello che esso conteneva: il cosmo intero con tutte le sue creature.

Il simbolo dell’uovo come origine del cosmo si ritrova d’altronde nella maggior parte delle tradizioni…

Gli induisti narrano che lo Spirito Supremo, desiderando creare esseri di ogni specie dal suo proprio corpo, emanò dalla sua mente le acque e collocò in esse il seme. Il seme diventò un uovo splendente come il sole;  in esso Egli stesso nacque come Brahma, il progenitore dell’intero mondo.

Ma l’uovo, nasce da una vita e dà origine a una nuova vita, è anche il simbolo universale del rinnovamento periodico della natura, del ciclo delle rinascite; è quindi adatto per simboleggiare il rinnovamento dell’anno astrologico all’equinozio di primavera.

Mangiare uova significa durante un che augurarti un buon anno nuovo.

Tutto questo simbolismo è stato cristianizzato la luce del prologo del Vangelo di Giovanni che diceva: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio è il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”

Fu dunque facile immaginare l’uovo cosmico come simbolo del Cristo e il Cristo è anche colui che muore e risorge.

Sicchè l’uovo con un sepolcro, in cui si prepara una nuova vita destinata a venire alla luce, non poteva non ispirare ai primi cristiani anche il simbolo della Resurrezione.

Nelle tombe dei martiri, si sono ritrovate a Roma uova simboliche di marmo, come ad esempio nei sepolcri di Santa Balbina e di Santa Teodora: simboli di Resurrezione.

L’uovo divenne così nella cristianità, il simbolo Pasquale per antonomasia e la Pasqua di Resurrezione, si chiamò anche Pasqua d’uovo.

Una volta in molte cattedrali si deponeva,  al giovedì santo, un uovo di struzzo nel sepolcro rituale insieme con l’Eucaristia e lo si ritirava il giorno di Pasqua, cantando: Surrexit Dominus vere: alleluia!.

Da tutto ciò è nata l’usanza dell’uovo pasquale, tanto è vero che una volta al Sabato Santo, i parroci benedivano le uova bollite e colorate che si sarebbero mangiate la domenica.

Ma in Italia questa la direzione sì ormai affievolita, ridotta in molte famiglie all’usanza gastronomica delle torte pasquali e di quelle industriali di cioccolato.