CERVICALE occhio al cellulare, ma non solo… Chi soffre di cervicale o chi vuole evitare di soffrirne in futuro, dovrebbe sicuramente diminuire l’uso prolungato dello smartphone, come da ogni fonte raccomandato ma, dovrebbe anche modificare il modo di camminare…

Le 2-4 ore giornaliere che trascorriamo fissando lo schermo del telefono, unite al tempo in cui siamo piegati sulla scrivania e alla postura a testa bassa camminando, costringono le prime vertebre della colonna vertebrale a un carico che può arrivare fino a 27 kg di pressione… il peso di un bambino di 7-8 anni a cavallo sulle spalle…

COSA POSSIAMO FARE?

Diminuire l’uso del cellulare e cambiare postura alla scrivania è facile, lo sappiamo tutti che fanno male entrambe le abitudini, ma  quanti fanno attenzione a non guardare per terra quando camminano? “Guarda dove metti i piedi !” ci diceva la mamma se spaziavamo con lo sguardo sognando imprese da Dio, eccoci che molti di noi hanno mantenuto questa abitudine. Guardare per terra è diventato poi anche un messaggio che la PNL incasella come una caratteristica di chi ha poca stima di sé, del remissivo, della persona debole o servile.

Vorrei scagliare una pietra a favore di costoro, perché in mancanza di un paesaggio multifocale, poetico, ispirato da valli, montagne o distese azzurre, guardare a terra talvolta equivale all’effetto astraente del paesaggio. Diviene come la nera lavagna del fisico, il foglio da scrivere, su cui la mente può disegnare idee e dimensioni creative, estraniandosi dal setting del traffico cittadino.

Ciò però se utilizzato come abitudine, può incidere sulla povera cervicale, tanto quanto il cellulare, quindi, portare attenzione alla postura è sempre uno stimolo a guardare oltre e scoprire nuove dimensioni su cui riflettere.