CERVELLO La musica è un importante strumento di prevenzione e riabilitazione cognitiva. Per chi vuole stimolare la propria mente e mantenerla creativa, per chi ha subito lesioni cerebrali o affronta le conseguenze di malattie neurodegenerative, l’ascolto della musica, da quella preferita a quella meno conosciuta, può migliorare l’umore e la collaborazione dal singolo al team, nei pazienti colpiti da ictus, negli anziani, nei bambini, nei neonati.

Stimolazioni ritmiche sonore possono potenziare le reti neurali e aiutare nel recupero di alcune funzioni linguistiche e sonore, nei pazienti con Parkinson ad esempio, servono da coadiuvanti negli esercizi volti al recupero dell’equilibrio.

È stato dimostrato inoltre che una musica rilassante può risultare utile nella convalescenza di pazienti che hanno subito operazioni cardiache o sono reduci da infarto.

COSA POSSIAMO FARE?

Ascoltare musica, non distrattamente a caso, ma decidere di dedicare un 10/15 minuti ogni tanto immergendosi di volta in volta, in generi musicali differenti tra loro. Non è vero che solo la musica a certi Hz agisce sulla salute, è vero che la musica agisce su di noi, a prescindere dagli Hz.

La scienza ha dimostrato che abbassa la pressione sanguigna, riduce il battito cardiaco e aiuta a ridurre l’ansia. Una musica allegra e dinamica, fa espandere i vasi e intensifica la circolazione del sangue, una musica malinconica, promuove l’introspezione, la musica classica non piace a chi necessita di ritmi più simili alle frequenze cardiache come la musica House che è scandita da suoni che somigliano al dum dum cardiaco.

Esistono play list dai titolo più diversi, per ogni utilizzo e un esperimento interessante, è scegliere di dedicarsi all’ascolto di più stili possibili, perché ognuno porterà, a un consapevole ascoltatore, una nuova consapevolezza di sé.