1 Orientamento facoltà universitarie nel campo riabilitativo…indeciso?

…la Terapia Occupazionale è una buona scelta per il futuro, ricordando che puoi ben scegliere se sai rispondere ad alcune domande…

CHI? Tu cosa vuoi fare da grande?

Con CHI vuoi lavorare? Pazienti adulti/bambini/anziani?

COSA? Dedicarti alla cura o alla riabilitazione? Lavorare ai letti in ospedale manipolando il corpo dei pazienti? Guidarli al recupero della loro autonomia psicofisica? Vorresti lavorare in ospedale o in uno studio medico, pubblico o provato?

COME? Ti piacerebbe lavorare direttamente sul corpo del paziente o ti piacerebbe aiutare i pazienti a diventare forti e autonomi usando le loro forze e la crescita dell’autostima?

QUANDO? Il prima possibile o puoi permetterti di usare più tempo e magari cambiare facoltà, tanto non hai fretta?

Le statistiche di iscrizione alla facoltà universitaria di Terapia Occupazionale rilevano che l’offerta  supera la domanda…parliamone, è solo questione di ignorare il reale potenziale della professione.

Il nome certo non aiuta a comprendere cosa è la Terapia Occupazionale ma se ci pensiamo, anche Fisioterapia non è semplice, fisio non vuol dire corpo ma natura e terapia cura.

Da troppo tempo la TO è erroneamente relegata al confine tra un educatore e un OSS, e non ne sono  esaltate le qualità  con una corretta diffusione mediatica.

Anche se in Italia non è ancora visibile su strada, come negli USA(*) (patria di riconoscimento nel 1915), dovrebbe essere indicata da amici e parenti, consigliata di più nello studio medico, più  condivisa nei racconti tra esperienze dirette o indirette,  maggiormente elogiata dagli sportivi, più pubblicizzata su ogni media.

E, anche se al momento nel nostro paese la TO è poco vista, udita, raccomandata, relegata maggiormente nelle RSA, è fortunatamente in espansione nelle strutture ospedaliere di ogni livello e sempre più coraggiosi Terapisti hanno uno studio su strada(*).

La Terapia Occupazionale è una disciplina medica relativamente giovane se calcoliamo la data di definizione, avvenuta nel 1917 in America nella fase di rinascita dopo la prima guerra mondiale ma, è nel corso dei secoli che si è sviluppato il suo embrione.  Già nel 130 a.C. i padri della medicina Ippocrate e Galeno, esortavano a tener conto della globalità mente-corpo, per la quale usavano prescrivere attività varie, secondo la filosofia che “Il lavoro è il migliore medico naturale ed è essenziale per la felicità umana”.

L’Ergoterapia, dal greco ergotherapèia composta di “èrgon” lavoro e “therapèia”, diviene in seguito ridefinita Occupational Therapy in America e in Italia Terapia Occupazionale o talvolta con l’antico nome greco Ergoterapia, tutt’ora in uso in Svizzera e Francia.

La Terapia Occupazionale ha un ruolo riconosciuto sia come parte integrante di un percorso riabilitativo in un trattamento intensivo della fase acuta, sia nell’ottica della prevenzione e promozione della salute, promozione che punta a raggiungere e mantenere uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale, in accordo con quanto specificato dall’OMS, lavorando su risorse e potenzialità degli individui e dei gruppi.

La TO, studia e promuove l’occupazione veicolo espressivo delle risorse individuali, di partecipazione attiva nel proprio ambiente, per promuovere la partecipazione ottimale nel contesto sociale e aumentare la qualità della vita, del singolo e del gruppo. ATTRAVERSO IL “FARE” LA PERSONA “È” e sviluppa competenze e autonomie che favoriscono il proprio ruolo sociale, la propria autostima e dignità, la salute psicologica e fisica.

Le occupazioni sono considerate fondamentali pilastri portanti per l’identità, l’autoefficacia, l’autostima, permeando positivamente nella salute del gruppo sociale in cui l’individuo si inserisce.

Obiettivi peculiari della TO sono la promozione dell’Autonomia nella gestione delle condizioni psico-fisiche, la tutela dell’equilibrio sociale, la promozione della Salute per l’innalzamento della qualità di vita, Salute intesa secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Attraverso l’ergonomia e l’azione sui processi motori, sensoriali e psicologici, la TO si pone obiettivi suddivisi per necessità individuali, elaborando il progetto di prevenzione o riabilitazione, sulla Storia Occupazionale della Persona, al fine di definire al meglio obiettivi raggiungibili, che soddisfino le esigenze dell’individuo.

L’OMS riconosce che la salute può essere compromessa dall’incapacità di svolgere attività e di partecipare alle situazioni di vita a causa di barriere ambientali oltre che di problemi a carico delle funzioni e strutture del corpo (WHO, 2001). Dunque, attività, partecipazione, fattori ambientali e fattori personali (capacità d’azione) rivestono un ruolo fondamentale e si influenzano a vicenda.

Operando nella campo della Prevenzione e Riabilitazione il Terapista occupazionale lavora secondo la sua specializzazione, con:

  • Soggetti sani, che desiderano prevenire problemi sia a carico delle strutture che della resistenza/resilienza allo stress lavoro correlato, secondo il progetto dell’ISS per il welfare aziendale
  • A tutti i soggetti che presentano problematiche nelle pratiche quotidiane legate a malattie, traumi, difficoltà economiche, culturali e psicologiche
  • Pazienti con patologie in fase acuta o in fase riabilitativa ricoverati in strutture pubbliche o private
  • Pazienti con patologie cronico-degenerative, in strutture ambulatoriali o a domicilio
  • Sugli anziani: l’allungamento della vita cui si assiste negli ultimi decenni, ha come conseguenza l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche o legate alla senilità e dunque una domanda maggiore di interventi legati al miglioramento della qualità della vita e alla riduzione del danno

Il TO è abilitato a lavorare in molte realtà: ospedali, centri diurni psichiatrici, centri per minori, anziani o portatori di handicap, servizi territoriali, scuole, centri sportivi, aziende, nel domicilio dell’utente stesso e come libero professionista presso uno studio medico o aprendo uno in studio personale.

Grazie a questo ampio raggio di intervento, si inserisce in tutte le tre aree della prevenzione:

  1. Primaria (riduzione di fattori di rischio, i destinatari sono soggetti sani)
  2. Secondaria (diagnosi precoce e interventi per evitare l’aggravamento di una patologia)
  3. Terziaria (riportare un soggetto colpito da una condizione o evento patologico allo stato di maggior salute possibile, evitando peggioramenti)

Commenti

Una replica a “1 Orientamento facoltà universitarie nel campo riabilitativo…indeciso?”

  1. […] nel campo riabilitativo? La Terapia Occupazionale è una buona scelta per il futuro 1 Orientamento facoltà universitarie nel campo riabilitativo…indeciso? AITO – Terapia Occupazionale: Ambienti di vita Giornata Nazionale del Terapista […]

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