
Come si diventa Terapista Occupazionale
Il Terapista Occupazionale ha obbligatoriamente una formazione universitaria, erogata dalle facoltà di Medicina e Chirurgia o simili, delle strutture eroganti la formazione nel campo delle discipline della riabilitazione. Il TO, è’ peculiarmente preparato sia per interventi in campo fisico che psicologico, ambito peraltro origine della professione che nasce in campo psichiatrico.
Come agisce il Terapista Occupazionale
Il primo compito del terapista occupazionale è raccogliere l’anamnesi del paziente, la storia personale, familiare e della patologia, le abitudini, gli stati emotivi e i bisogni, al fine di elaborare il programma riabilitativo. Seguirà una fase di osservazione per valutare le capacità residue della persona e stabilire una relazione positiva all’interno della quale il terapista, spiegando le modalità del suo intervento, si accorderà con il cliente stesso e/o la famiglia, sulle azioni necessarie. La valutazione iniziale indaga limitazioni e risorse (capacità d’azione), strutture e funzioni fisiche compromesse e fattori vari, sociali, culturali, istituzionali e materiali.
Successivamente, una volta elaborato il piano di trattamento, verranno anche individuati eventuali ausili o protesi, necessari al lavoro stesso o comunque al miglioramento della qualità della vita.
Il trattamento può prevedere attività individuali e/o di gruppo che favoriscano il reinserimento e l’integrazione della persona nel proprio ambiente e anche eventuali modifiche all’ambiente stesso che coinvolgano anche la famiglia e la collettività.
L’elaborazione dell’intervento parte dalla definizione degli obiettivi concordati e formulati tenendo presenti gli aspetti motivazionali del cliente e dovranno essere realistici e misurabili, al fine di rendere possibile la valutazione periodica dei risultati e l’adeguamento, conferma o integrazione del programma.
Facendo riferimento alle dimensioni ICF, il terapista occupazionale può lavorare a vari livelli: con il cliente secondo la dimensione della partecipazione alle attività per lui rilevanti, a livello delle attività, per il miglioramento di strutture e funzioni fisiche e per favorire l’adattamento all’ambiente del paziente.
Indispensabile, come accennato, è la valutazione sistematica, anche insieme alla persona stessa, dei risultati raggiunti, che porrà le basi per pianificare i passi successivi e terrà conto di ogni cambiamento relativo al paziente o legato ai fattori ambientali.
La valutazione è importante anche alla fine del processo terapeutico, per confrontare la situazione di partenza con quella finale e valutare dunque l’efficacia delle strategie adottate. Tale fase è fondamentale anche per condividere con le altre figure professionali coinvolte in quanto avvenuto.
Il Terapista Occupazionale o Ergoterapista, si relaziona infatti con diversi operatori, spesso il lavoro si svolge in équipe multidisciplinari che possono vedere al proprio interno logopedisti, medici, psicologi, ortopedici, psicomotricisti etc.
Oltre alle competenze tecniche specifiche, il profilo professionale del terapista occupazionale necessiterà dunque anche di capacità relazionali, non solo per rapportarsi con i colleghi ma in particolare per costruire relazioni positive con il cliente e la sua famiglia, senza favorire dinamiche invischianti che renderebbero difficoltoso il lavoro, ma mettendo in campo, comunque, empatia e consapevolezza.
Molto più che in Italia, in altre culture europee e non, il TO è molto ricercato all’interno delle aziende, non solo per le competenze in ergonomia del lavoro, ma per le capacità relazionali che lo predispongono ad essere un ottimo Coach incasellato secondo aree di intervento, Mental-Life-Healt.
Link al sito ufficiale AITO Associazione Italiana Terapia Occupazionale – Orientamento
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