
Raccolta Tradizioni e Antichi Riti
Strettamente legata alla tradizione del solstizio d’estate è la notte di San Giovanni.
Come altre ricorrenze pagane, il cristianesimo ha fatto sua e modificato secondo il proprio credo, anche questo momento di passaggio dalla stagione primaverile a quella estiva.
La festa di San Giovanni Battista, colui che ha battezzato Gesù, cade il 24 giugno e si dice che la notte precedente, quella del 23, sia la notte magica per eccellenza, quella in cui tutto può succedere, anche che il bene vinca sul male, che la luce vinca le forze occulte della natura e scacci il malocchio.
È la Notte di Mezza Estate decantata anche da Shakespeare; secondo la tradizione, è usanza fare falò sulla spiaggia, in segno di purificazione e di buona sorte, o bere la rugiada che copre i prati nella notte del solstizio d’estate, il che non solo allontana i cattivi spiriti ma favorisce anche fecondità.
Il Battista sarebbe dunque colui che introduce gli esseri nella caverna cosmica, per questo motivo le usanze connesse alla sua festa, hanno la funzione di proteggere il creato, come i falò che si accendono ancora oggi sulla cima delle colline, le processioni per i campi con le torce accese e le ruote infuocate che si facevano ruzzolare per i pendii.
Questi fuochi simboli del Sole solstiziale, scacciano demoni e streghe e prevengono le malattie.
Si è anche affermato che i falò, come le ruote infiammate, siano cerimonie magiche per sostenere il sole che sta impercettibilmente declinando essendo il fuoco della stessa sostanza dell’astro, interpretazione che non ci convince perché non spiegherebbero le cerimonie di purificazione tipiche della festa che non si basano soltanto sul fuoco ma anche sull’acqua e sulle erbe.
Le cosiddette erbe di San Giovanni che vanno da regione a regione, servono a ottenere presagi sul futuro, raccolte in mazzetti, si pongono sotto il cuscino la sera della festa.
Sono 9 fra cui l’indispensabile Iperico e vanno colte in luoghi diversi, quel che poi si vedrà in sogno, accadrà.
Le acque di San Giovanni sono omologhe al segno del cancro, domicilio della Luna, al cui inizio cade il solstizio.
La relazione del pianeta con le acque è nota e rappresenta il punto di partenza dell’esistenza nel mondo individuale ovvero, nella caverna cosmica.
Il simbolo solstiziale mostra anche che San Giovanni è un capo d’anno e lo conferma l’usanza diffusa in tutta l’Europa di trarre presagi…le giovani donne gettano nelle padelle piombo liquefatto, come nella notte di San Silvestro per indovinare dalle forme prese dal metallo, quale mestiere farà il futuro marito .
Le benefiche erbe di San Giovanni hanno anche la funzione di scacciare i demoni e le streghe, proteggendo dal malocchio come l’Artemisia, consacrata anticamente alla sorella lunare del solare Apollo, secondo il de virtutibus herbarum di Apuleio.
L’Iperico detto anche scacciadiavoli, è un altro amuleto contro ogni forma di stregoneria se si ha l’avvertenza di portarlo sul corpo durante la notte.
Anche la Verbena simbolo di pace e di prosperità e il ribes, i cui frutti rossi come il fuoco, detti bacche di San Giovanni.
L’aglio che si deve comprare il giorno di San Giovanni e che va appeso in casa, si diceva proteggesse dai vampiri.
Esiste poi un fiore misterioso, non registrato dai botanici, che avrebbe la virtù di rendere invisibile chi lo possiede, di resistere agli incantesimi, di scacciare gli spiriti immondi, è il fiore di San Giovanni che crescerebbe dalla felce nella magica notte.
La leggenda dice che per raccoglierlo, occorre un rito particolare: a mezzanotte il fiore si apre interamente, illuminando di una luce intensa tutto quel che lo circonda ma, proprio allora, il demonio staccherebbe il gambo impadronendosene. Sembra che per procurarselo, ci si debba recare nella foresta e sedersi accanto alla felce, tracciare con un coltello un cerchio intorno ad esso e un altro intorno a sé.
Buona notte Magica!
(fonte Cattabiani)
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