
“La comunicazione non è inclusa nel percorso accademico ma bisogna aggiungere questa formazione perché può essere di grande supporto nei risultati, dalla somministrazione di un farmaco a un intervento chirurgico, alla riabilitazione.”
“La comunicazione è tempo di cura”
“Difronte all’emergenza non basta sapere come comunicare bene in campo sanitario, perchè difronte all’emergenza serve il self control e la gestione delle proprie emozioni”
“La maggior parte dei contenziosi accade per uno sbagliato di comunicazione”
Solo alcune delle frasi più espressive del concetto che oggi è stato sviscerato durante il Convegno, tenutosi presso l’ISS Istituto Superiore di Sanità, dal titolo “Valutazione della comunicazione nel percorso assistenziale della persona con Ictus. Presentazione del Manuale e del Gruppo ICTUS CARE”
Il Manuale presentato oggi (visionabile al link in nota[1]) è il frutto del lavoro di un team eccellente, al completo nel link al manuale, con la Responsabilità Scientifica di Anna De Santi ed Eloise Longo del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità, Anna Maria Giammarioli del Centro Nazionale per la salute globale anch’essa dell’Istituto Superiore di Sanità Dipartimento di Neuroscienze e Luca Casertano Direzione sanitaria dell’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone.
Durante il Convegno sono stati molteplici i punti nevralgici e potenziali, evidenziati sul tema di una Comunicazione efficace e facilitatrice del lavoro degli operatori sanitari a 360°.
I relatori hanno rivelato dati statistiche e dati scientifici indiscutibili, su quanto sia fondamentale saper comunicare, ma soprattutto su quanto fa la differenza Essere un bravo comunicatore/.
A conclusione delle interessantissime trattazioni emergono due punti salienti, il primo è che si ritiene necessario l’inserimento di un corso di Comunicazione nel percorso accademico di ogni operatore sanitario, il secondo che non basta leggere un manuale per saper applicare la conoscenza ma, serve una pratica costante e diffusa a tutto il team sanitario.
Nella mia esperienza di Terapista Occupazionale, non posso che dare seguito all’appello dell’ISS, sulla necessità di un upgrade della formazione accademica, mirato alla nascita di Operatori Sanitari con maggiori abilità comunicative.
Aggiungo inoltre che, da Operatrice Sanitaria, rilevo anche la mancanza di una realistica pratica di alfabetizzazione alla consapevolezza, infusa come un vaccino anti-ignoranza[2], attraverso la coltura della consapevolezza di sé e delle proprie risorse mentali in ogni individuo, dal medico al paziente. Educhiamo altresì anche i pazienti e aiutiamoli a facilitare un dialogo interno costruttivo e fertile, per il potenziamento della Resilienza Biologica.
Concludo con questo pensiero. Le parole e i pensieri hanno un grandissimo potere e più di ogni farmaco o cura, possono fare miracoli quotidiani. Chi ha fede sa bene quanto sia vera questa affermazione, chi non la ha, sa egualmente quanto con le parole si può ferire od essere feriti e altrettanto guarirsi o guarire.
[1] Manuale di valutazione della comunicazione del percorso assistenziale della persona con ictus Gruppo ICTUS CARE (Comunicazione, Accoglienza, Rispetto, Empatia)
[2] Dal latino ignorantia, formato dal privativo in e dalla radice del verbo (g)noscere (conoscere) quindi letteralmente “mancanza di conoscenza”





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