
Si è concluso oggi il Forum N. A. Focus Puglia[1] sulla Non Autosufficienza organizzato dal gruppo Maggioli. Tra i molteplici temi che hanno ruotato attorno al focus, riporto una breve relazione del workshop in aula GH07 Gentile, tenuto dai sei relatori Terapisti Occupazionali dell’AITO[2], con i quali abbiamo prodotto una panoramica sui molteplici aspetti di intervento della Terapia Occupazionale sul tema “Ripresa della quotidianità un approccio basato sui bisogni”.
Abstract La riabilitazione è la reintegrazione di un diritto, la rieducazione alla normale attività. Quale impatto ha il terapista occupazionale nel rientro alla quotidianità? Perché il domicilio è il luogo privilegiato per gli interventi di competenza di questo professionista? Come e con chi si adopera per favorire un rientro partecipato nella comunità?
Relatori
Introduzione della Dott.ssa Gabriella Casu Presidente AITO, Terapista occupazionale Centro di Cura e Riabilitazione Santa Maria Bambina – Oristano
Dott. Cristian Parone Past President AITO; Terapista occupazionale ASL Pescara
- La terapia occupazionale al domicilio della persona con disturbi cognitivi e con demenza
Dott.sse Vita Maria De Tommasi Terapista Occupazionale presso l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di BARI Distretto Socio Sanitario n 14 Servizio Territoriale di Medicina Fisica e Riabilitazione di Noci ed Elisa Papino Socio onorario AITO
- Il contributo del terapista occupazionale in un servizio di riabilitazione territoriale
Dott.ssa Alessandra Palieri Socia AITO, Terapista Occupazionale libera professionista Roma
- Utilizzare le risorse mentali per aumentare la qualità di vita e il tempo di autonomia
Dott.ssa Gaia Fileni Socia AITO, centro di riabilitazione Giovanni Paolo II di Putignano (BA)
- Il ruolo del terapista occupazionale nella riabilitazione dei protesizzati d’anca
Dott. Leandro Segaletti Socio AITO, Terapista occupazionale Unità Spinale CTO ASL RM2 “A.Alesini”, Roma
- Efficacia realtà virtuale per la riabilitazione motoria degli arti superiori in un paziente tetraplegico incompleto dopo infiltrazione di tossina botulinica
Dott.ssa Emily Fleischfresser Referente AITO Trentino Alto Adige – Terapista occupazionale Salus center Prissiano (BZ)
- Progetto ReADI: sviluppo di un servizio di Reablement
Per ricevere il materiale illustrato dai vari relatori, rivolgersi ad AITO
Considerazioni sulla Terapia Occupazionale…
Nella storia della Terapia Occupazionale, si trovano molti temi simili alle antiche metodiche dei medici egiziani, ellenici, romani, poiché fin dagli albori della medicina era presente l’attenzione alla Persona e all’ambiente e non al sintomo che da essa palesava. Non esistevano i farmaci ma, modi di prendersi cura della Persona in ogni suo aspetto: fisico, spirituale, sociale e a tutt’oggi la T.O. mantiene incentrata l’intera attività focalizzandosi sulla Persona, sui suoi bisogni, le aspettative, gli obiettivi, i desideri.
Persona quindi non paziente, che ha il ruolo centrale nel un percorso di salute, non di malattia, percorso che il T.O. cura nei minimi dettagli, partendo dalla prevenzione, approdando alla riabilitazione e ripartendo per la meta finale del miglioramento della qualità di vita.
Quanto presentato oggi, mostra come tale missione del T.O. sia pulsante in ogni aspetto applicativo, quanto sia la più plastica tra tutte le professioni sanitarie, come sia efficace e coinvolgente grazie alle ampie competenze che il terapista acquisisce nel suo iter formativo.
Tenendo presente che, la Terapia Occupazionale è nata in America come disciplina riabilitativa, nel delicato periodo del post grande guerra, si è dimostrata pronta e preparata a supportare la popolazione nella nuova era post 2020; l’era che viviamo da allora ha livellato le differenze tra ceti sociali e culturali, tra medico e paziente, tra salute e patologia.
In questa epoca difficile, dove le onde d’urto della bomba Covid continuano a far vibrare influenze negative sotto la superficie del fragile strato ricostruttivo universale, la T.O. che è nata in ambito psichiatrico, è in grado di sostenere il delicato passaggio da un tessuto fragile ad uno più resistente, riuscendo a gestire le conseguenze della vera grande pandemia del secolo, lo stress cronico.
Perché, che si parli di stato emotivo, protesi d’anca, insulti al sistema nervoso o di decadimento cognitivo, il T.O. sa che ha a che fare con Persone divenute fragili nello spirito e, poiché ogni modello terapeutico della T.O. contempla questo aspetto fondamentale dell’essere umano, il T.O. possiede quella particolare sensibilità nel saper accarezzare anche l’anima della Persona guidandola al raggiungimento di un equilibrio dinamico con l’ambiente intimo, familiare e sociale, attraverso occupazioni costruttive e potenzianti, ingaggiandone tutte quelle potenzialità inespresse e utili al raggiungimento di una qualità di vita sostenibile.
Per maggiori informazioni sulla Terapia Occupazionale, consultare il sito ufficiale nelle note a margine e la categoria omonima nel menù di questo blog.
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