4°_25 novembre: giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Noi non siamo décolleté rossi, ognuna è diversa, ognuna è unica, ognuna è preziosa e perchè mai più nessuno oltrepassi il limite della nostra libertà, nessuno mai più osi colpirci anche solo con le parole, nessuno mai più calpesti la nostra dignità e giunga il tempo della rinascita della Dea.

Ci si interroga su cosa fare per fermare queste percentuali.

Certamente, parlarne è importante ma, è evidente che serve molto di più e da parte di tutti; serve un lavoro certosino, capillare, delicato, efficace, di educazione affettiva  che non attenda l’arrivo ai banchi di scuola ma che parta dalla fase intrauterina.

Come? Per esempio potremmo educare la prossima generazione di future mamme, così che i loro figli possano avere maggiori ‘geni pacifici’ nel loro DNA, poi a loro volta diverranno genitori e via così; generare una generazione virtuosa.

Banale? Lo sapevamo già? Forse…ma, tra il dire e il fare, c’è di mezzo il male; un male che va estirpato in primis dal pensiero, poi in sequenza naturale verrà abolito dallo sguardo, poi dal linguaggio, fino ad essere eliminato dal gesto.

Bisogna educare all’educazione, inserire una mezz’ora ogni giorno , fin dalle scuole materne e poi una volta giunti alle scuole elementari, inserire un’ora di pratica su come ci si relaziona, che linguaggio va usato, quali parole sono concesse senza offendere sottilmente, che gesti parlano prima delle parole, insomma, la materia scolastica per i nuovi uomini e donne, si potrebbe chiamare “L’epigenetica emotiva”, con materie intitolate “PNL Parlo Non Litigo”, “CNV Come dire Non Voglio senza parole”, “Sulle orme degli DEI e gli archetipi che vivono in me”, su quest’ultimo mi soffermo solo un attimo, per lasciare immaginare che se un bambino si immedesima in un eroe puro, facilmente avrà molta difficoltà ad essere un demone vigliacco e una bambina se immedesimata ad esempio in Atena, beh, forse non permetterà di essere sottomessa dalla violenza.

Concludendo, molto possiamo e dobbiamo ancora fare:

  • Abolire gli stereotipi
  • Programmi di istruzione/informazione genitori e figli
  • Mirare gli interventi
  • Implementare il sistema integrato
    • centri antiviolenza
    • numero 1522
    • programmi per gli autori del reato
  • rafforzare la rete sociale
  • mediaticamente condannare in modo secco e perentorio il carnefice, senza troppa divulgazione di particolari del suo gesto

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La vita è nelle tue mani Donna, prenditene cura, rispettala tu per prima, difendila per i tuoi figli, difendila per ogni donna presente e futura.

Cammina a testa alta, tendi la mano alle tue Sorelle, non passare mai quella soglia se sai che non potrai più uscirne e, sorridi, sorridi anche se le lacrime sono amare, perchè la vita premia il coraggio di Essere se stesse.