Fra tante opinioni, il concetto profondo di amore, non è ben chiaro a nessuno, dipanato in un labirinto di forme ed espressioni, tra definizioni e poemi e allora non può esistere una definizione unica ma, una per ogni donna.

Una cosa però va ben ponderata, malattie autoimmuni, croniche e degenerative, letali a volte, son forse porte chiuse nel cuore? Forse, ma non ci è dato dirlo, sarebbe superbia asserirlo…ma qualcosa di vero c’è.

Intanto ragioniamo su cosa dice il decalogo delle buone pratiche, troviamo spunti di riflessione:

Inclinazione profonda, basata su un rapporto di parentela o su un’affinità elettiva o su una predilezione rafforzata dalla consuetudine: a. materno, filiale; a. coniugale; a. per la propria famiglia, per i propri amici; a. per lo studio, per gli antichi testi.

Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale: a. casto, platonico, sensuale; un a. appassionato, travolgente; desiderio, tormento d’a.

Rimanendo in quel campo che tanto duole, per sostenere un amore di coppia, serve generosità, grande capacità di adattamento, devozione, tolleranza, lealtà, paziente dedizione, predisposizione alla rivoluzione di aspetti di sé, accoglienza senza corrispondenza, sapere ascoltare oltre le parole, parlare sinceramente a qualche costo, perseveranza, pazienza di aspettare, propensione a donarsi, coraggio di essere se stessi, avere la capacità di sapere quando parlare e quando tacere, seminare e donare il raccolto.

Serve discrezione, assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, cortesia, avere il coraggio delle proprie scelte anche sapendo che potrebbero essere contrastate, avere la maturità di porre fine al rapporto se diventa dannoso per entrambi.

Ottimismo e la capacità di sostenere il suo opposto, e molte altre responsabilità, in un sentiero tra le vie di tutte le virtù e dei difetti umani.

Alla luce di tutto ciò, è bene prendere coscienza che è impegnativo e che l’amore non va cercato fuori, ma in sé.

Perché non lo si trova con gli strumenti di seduzione, ma con quella sobrietà di ego che dà vita a rapporti interiori sani, lo si pratica diffondendo tolleranza nelle proprie azioni mediate dalle sfere dell’anima, rese leggere con l’eleganza della semplicità.

L’Amore, come l’essere umano, non gradisce le nostre maschere artefatte, il sarcasmo per difesa, le bugie per codardia, le verità non dette per debolezza, non vuole manipolazioni, ne tantomeno strategie, l’Amore è un percorso di altissima evoluzione interiore.

Per questi motivi, prima di sapere amare, bisogna guardare la verità che risiede in quella parte di sé che ancora combattete, in nome di un grande dolore; che sia il bambino ferito, l’amore negato o la rabbia di quell’amaro abbandono, non gli si deve permettere di vivere come parassita nell’adulto.

Essere consapevoli che, in nome dell’Amore, si dovranno superare prove per rimanergli affianco o, anche lasciarlo andare, se è giunto il momento perché ciò accada.

Sì, accade anche che talvolta si frantuma, ma al contempo si trasforma e trasforma, si scompone e si decompone, si liquefà, si trasforma in altro da sé, proprio come tutto in natura, come in alchimia. Nulla è per sempre, se non il bello che ci è stato dato, il tempo che si è vissuto con il volto sereno.

E, anche se finisce il rapporto umano, è buona cosa ricordare che si è amata l’Anima, oltre la debolezza umana. In quel caso, può accadere, come dopo i fuochi d’artificio, che restino a terra le polveri, e negli occhi della mente, i ricordi delle emozioni vissute. È un humus prezioso per dare respiro ai sospiri che depurano i ricordi e mantengono in salute i sentimenti.

Accettare che  anche nell’anima più luminosa, esiste il nero più nero, quell’ombra pesta che si può vedere solo quando la luce è altrettanto intensa, quel momento è molto delicato ma, tutto sommato è proprio come la vita e la morte, nessuno è immune al passaggio di stato, si chiama Trasmutazione, azione che agisce sulle qualità spirituali dell’Uomo, trasformazione dell’intelletto da uno stato di “vile” di incoscienza ad una dimensione “nobile” di consapevolezza, caratterizzata dall’equilibrio raggiunto dalla triade corpo-anima-spirito.

Ed è questo il momento, dopo avere trasmutato la vecchia forma, si può proseguire il viaggio.

Ed è allora che alcune donne ritornano e insieme, percorriamo tratti di strada entusiasmanti, le porte si aprono, nuove opportunità si svelano dietro la nebbia diradata da una nuova consapevolezza.

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