Mental Training, nuovi percorsi di cura

Un eccellente veicolo per accedere alle potenzialità della mente è la respirazione.
La respirazione è importante non solo per la sopravvivenza fisica, ma per le facoltà mentali dell’uomo, come dimostrato tramite Elettroencefalogramma (EEG) dove si vede che rallentando il respiro, aumentano le onde lente Alpha, tipiche del rilassamento e una diminuiscono le onde Beta presenti negli stati di allerta.
Un cervello poco ossigenato elabora più lentamente, un cervello iper-ossigenato si attiva in allerta, un cervello guidato con la respirazione consapevole verso il ritmo delle onde Theta, apprende meglio, argina lo stress, permette l’elaborazione di nozioni creative da utilizzare una volta riportato il respiro e l’attenzione, alla soglia di veglia/azione.
Il respiro scandisce il ritmo, così come in un’orchestra, e tutto si adegua ad esso.


Da esso dipendono molte funzioni superiori del cervello, la velocità e la profondità delle inspirazioni influenzano le emozioni, l’attenzione, l’eccitazione, lo stress, il sonno, come una sorta di freno o acceleratore dello stato di attivazione della coscienza.
Le neuroscienze confermano l’importanza di questo atto, unico, tra gli atti vitali gestiti dal sistema nervoso. Nessun’altra funzione vitale può essere controllata volontariamente come il respiro; sul quale si può agire, modulandone le funzioni, tanto da abbassare il metabolismo, il ritmo cardiaco, le frequenze cerebrali e modulare le emozioni.
Ecco che quando manipoliamo il nostro respiro, agiamo sulla sua centralina posta nell’area del tronco encefalico o ponte, dove sono presenti i gangli della base, tra cui il complesso pre-Bötzinger. Qui si innesca il maccanismo con il quale, gestendo la respirazione in un modo specifico, siamo anche in grado di regolare le emozioni.
Nella sede del ponte, si trova una sorta di pacemaker dei polmoni; i suoi neuroni danno l’impulso iniziale ai muscoli respiratori che fanno spalancare il petto, sia consciamente che inconsciamente, in base soprattutto ai valori di O e CO2 nel sangue.

Di questo meccanismo perfetto, a noi interessa quello che le neuroscienze hanno scoperto, che esiste un collegamento tra la centralina del respiro e quella dell’attenzione e dello stress: il locus ceruleus, un’altra delle regioni profonde e primitive in grado di agire poi sul pensiero, che ha sede nel tronco encefalico. Area dalla quale dipende l’attività generale del resto del cervello.

Nel Mental Training, la respirazione ha un ruolo cardine e viene chiamata respirazione consapevole, proprio perché modifica la consapevolezza della persona, nei confronti di un atto che prima era per lo più involontario e lo trasforma in strumento di vita, abilitazione sensoriale, riabilitazione.
La r.c., è il primo apprendimento, e rimane il focus di partenza per ogni training; viene vivamente consigliato alla persona, di ripeterla più volte al giorno, in modo da sviluppare un meccanismo automatico, un ancoraggio, allo stato di coscienza in cui l’attenzione è focalizzata verso l’interno, in specifiche frequenze cerebrali. Così da poter avviare sempre più efficacemente, il processo terapeutico.
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