Fibromialgia e Terapia Occupazionale

TO e FM

-Health Primary Care and Occupational Therapy-
Questo studio ha evidenziato il miglioramento delle attività della vita quotidiana e della qualità della vita, aggiungendo alla all’abituale terapia farmacologica ed educazione sanitaria alla FM, 7 sedute di terapia occupazionale, della durata di 60 o 120 minuti.

La FM, dalla scoperta negli anni’60 da parte del dott. Federigo Sicuteri, ad oggi, è ancora in fase di studio. È una sindrome cronica difficile da diagnosticare, poiché non ci sono analisi ematiche che la rivelino, né test diagnostici. Così la diagnosi avviene dopo esclusione di altre patologie, su base clinica, prevalentemente sull’analisi di segni e sintomi. Spesso la FM, viene riscontrata in concomitanza con altre patologie, come quelle a carico della tiroide, con patologie su base autoimmune, e anche in seguito a traumi o a seguito di interventi chirurgici. Le figura mediche di rifermento, per la diagnosi e la cura, sono il Reumatologo e il Neurologo.

L’impatto maggiore che la FM ha sulla persona, è sulla qualità di vita, che spesso si trova costretta a rinunciare al lavoro, alla vita sociale, all’autonomia, quindi intacca tutte le sfere: bio-psico-sociali. Le cure attuali, sono tutte per così dire “palliative”, agiscono là dove possono e in base alla risposta individuale, poiché non esiste ancora una cura mirata. [1]

Nel quadro attuale, si inserisce in modo particolarmente efficace, l’approccio della Terapia Occupazionale, che opera in tutte le aree della persona, grazie a modelli mirati come il COPM-E, il PEO, il MOVI. Nel contesto attuale, in supporto all’intervento medico, il Terapista Occupazionale, è la figura più indicata per guidare il paziente fibromialgico, al recupero di autonomia, gestione delle risorse, occupazione, stato cognitivo ed emotivo, essendo la T.O. efficace, anche in ambito psicologico e cognitivo. [2]

A conferma di questa introduzione, si rimanda la lettura dello studio scientifico[3] , pubblicato sulla rivista medica ReumatologÍa clÍnica [4], di seguito tradotto.

Fibromialgia, risultati positivi attraverso un approccio multidisciplinare

L’approccio multidisciplinare alla malattia porta ad un miglioramento nella qualità della vita e della sintomatologia. Bisogna unire l’approccio scientifico-medico a quello bio-psico-sociale, all’esercizio fisico.

Anche la terapia occupazionale è uno strumento utile perché ha effetti sull’aspetto lavorativo, sulle capacità cognitive e fisiche, che si traduce in una migliore attività nelle prestazioni e nella vita quotidiana e in maggiori interazioni con il contesto globale. Stessa cosa vale per la terapia cognitivo-comportamentale e la meditazione, il cui obiettivo è per ogni individuo di conoscere le proprie risposte fisiologiche a vari stimoli, con la possibilità di imparare a controllarsi meglio.

L’efficacia della gestione multidisciplinare è attualmente in corso di valutazione al fine di fornire l’assistenza più completa, difficile per questo gruppo di pazienti e per fornire un effettivo miglioramento nella loro vita quotidiana, sia in termini di qualità della vita e delle attività quotidiana, di indipendenza o lieve dipendenza nelle attività basali della vita quotidiana (ADL), e moderata-dipendenza per le attività strumentali della vita quotidiana (IADL).

L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare il miglioramento delle attività della vita quotidiana e della qualità della vita in seguito a un intervento multidisciplinare (Health Primary Care and Occupational Therapy).

A tal fine 21 pazienti con fibromialgia (FM), di età compresa tra i 16 e i 55 anni, sono stati sottoposti a test prima dell’intervento e dopo lo stesso. L’intervento consisteva in un trattamento farmacologico seconda dei sintomi del paziente (analgesici, tramadolo, paracetamolo, pregabalin e/o ciclobenzapirina) in aggiunta alla loro abituale terapia farmacologica ed educazione sanitaria alla FM, e 7 sedute di terapia occupazionale, della durata di 60 o 120 minuti.

La misurazione è stata effettuata con la scala Barthel (ADL), la scala di Lawton e Brody (IADL), il questionario FIQ (questionario di impatto della fibromialgia).

La scala di Barthel o Indice di Barthel ADL è una scala ordinale utilizzata per misurare le prestazioni di un soggetto nelle attività della vita quotidiana (ADL, activities of daily living). Ogni item delle prestazioni è valutato con questa scala attribuendo un determinato numero di punti che vengono poi sommati determinando un punteggio globale. L’indice analizza dieci variabili che descrivono le attività della vita quotidiana (ad esempio la capacità di alimentarsi, vestirsi, gestire l’igiene personale, lavarsi ed altre ancora) e la mobilità (spostarsi dalla sedia al letto, deambulare in piano, salire e scendere le scale).

La scala di Lawton e Brody o IALD indaga la capacità dei soggetti di funzioni fisiche complesse, considerate necessarie per il mantenimento della propria indipendenza e che richiedono l’utilizzo di strumenti (usare il telefono, fare la spesa, preparare i pasti, curare la casa, lavare la biancheria, usare i mezzi di trasporto, assumere le medicine, gestire il denaro).

Il FIQ è stato utilizzato per valutare: funzionalità, percezione del dolore, rigidità e stanchezza, sonno alterato, depressione, ansia e capacità di lavoro retribuito e domestico.

Un intervento sulle abilità motorie (capacità motorie di base, esercizio fisico in piscina, esercizio all’aperto, prestazioni professionali e attività classificate e l’intervento sull’ ADL) è stata eseguito, combinando il controllo farmacologico dei sintomi e il trattamento multidisciplinare.
I risultati hanno mostrato che i pazienti con fibromialgia non sono pienamente soddisfatti del loro trattamento.

Alla domanda se conoscevano la terapia occupazionale, il 50% dei pazienti ha risposto in maniera affermativa; riguardo al trattamento con psicomotricità il 75% ha risposto di conoscerlo da prima dello studio e il 95% dei partecipanti ha affermato di considerare molto valida la terapia occupazionale.

La cura primaria è stata ritenuta migliore nei confronti della fibromialgia e i pazienti hanno assegnato un punteggio di 6.89, rispetto all’assistenza ospedaliera che ha ottenuto 5.79. Dopo il trattamento è stato osservato un significativo miglioramento degli indici di Barthel, Lawton e Brody e FIQ, essendo statisticamente significativi (p<0.05). Dopo la procedura combinata il numero di donne indipendenti, nelle funzioni descritte dall’ ADL e dallo IADL, è risultato aumentato.

Nel post-sondaggio, tutti i partecipanti ritenevano che l’intervento multidisciplinare li aveva aiutati e avrebbe dovuto essere incluso nel trattamento che attualmente ricevevano. La qualità della vita anche migliorava in maniera statisticamente significativa (p <0.05). tutte le funzioni come rispondere al telefono, prepararsi da solo il cibo, riordinare la casa sono risultate migliorate dopo l’intervento multidisciplinare (88.9%vs91.7%; 77.8%vs100%; 50%vs83.3%, rispettivamente).

In conclusione, l’approccio multidisciplinare nei pazienti con FM ha dimostrato migliora significativamente la loro qualità di vita e li rende maggiormente autonomi nelle attività quotidiane.

[1] Leggi altro nel sito AISF Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica

[2] Che cosa è la Terapia Occupazionale

[3] link articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24837647

[4] http://www.reumatologiaclinica.org/es/linkresolver/tratamiento-sintomatico-del-dolor-fibromialgia/S1699258X14000813/


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Una replica a “Fibromialgia e Terapia Occupazionale”

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