Le persone possono fare cose incredibili se credono di poterle fare

Nei precedenti articoli, abbiamo parlato di lavoro in gruppo, e poichè esso è composto di individui, vediamo come si potenziano le risorse individuali, ponendo la lente su uno strumento di potenziamento, l’Ancoraggio.

L’Ancoraggio, conosciuto grazie alla diffusione dei corsi di PNL, è uno strumento utilizzato per generare un’ancora mentale, in grado di attivare, nel minor tempo possibile, una risposta emotiva o meccanica potenziante.

Questo strumento non è ovviamente utilizzato sono in PNL, lo incontriamo nel coaching, nella psicologia dello sport, nell’ipnosi e personalmente lo sperimento con enorme successo, nella mia professione di Terapista Occupazionale.

Di per se un ancoraggio, è un interruttore, un gesto o un rituale, creato all’interno della visualizzazione di te che superi una impasse al raggiungimento dei tuoi obiettivi, e andrà costruito prima di avviare la fase di realizzazione verso l’obiettivo.

Che si tratti di un obiettivo di performance fisica o professionale, l’ancoraggio è uno strumento eccellente per il raggiungimento del fine.

Per comprenderne l’entità del suo potere, è più semplice portare la vostra attenzione sull’effetto di un ancoraggio debilitante o negativo; vi dicono che non riuscirete a raggiungere la meta, perché ci avete provato altre volte ma non ci siete riusciti, ad esempio una dieta dimagrante.

Questa affermazione negativa diviene, più o meno inconsciamente, una convinzione limitante e quindi un ancoraggio debilitante, che purtroppo è molto più potente di quello costruttivo; un esempio per antonomasia ne è ricevere il morso di un cane, ogni minimo riverbero di qualcosa che ricordi il cane nella vostra memoria, attiverà immediatamente senza alcun filtro logico, la reazione ad esso collegata.

Per il motivo sopra citato, si deve saper padroneggiare un linguaggio costruttivo, riccamente motivante, che eviti ogni minimo collegamento, anche con la sola ipotesi, ad un fallimento.

Ecco perché nella mia professione, l’uso delle parole viene molto prima delle azioni e addestrare la persona al giusto uso del suo linguaggio, è la partenza vincente.

Per riuscire a generare un ancoraggio positivo, è basilare saper riconoscere gli schemi individuali (verbale, non verbale, rappresentazionale), solo così si può aiutare la persona a costruire l’ancora più potente.

Essa deve contenere valori personali, agenti motivanti,  memorie di momenti vincenti e immagini potenti ad essa collegati.

Poi è necessario accertarsi che la persona si prenda cura di rendere l’ancoraggio un automatismo, dedicandosi alla ripetizione/immedesimazione, costante per almeno una volta al giorno, per una settimana.

Quindi, in due parole estratte da ben più approfondite teorie, un ancoraggio, per essere attivato automaticamente dal sistema limbico/cognitivo, deve essere ben costruito, emozionato, ripetuto più volte possibile.

Molte volte si crede di non essere in grado di sapere rispondere a sfide personali, vuoi per convinzioni, vuoi per scarsi riconoscimenti, in questa condizione, ci troviamo di fronte ad un limite mentale, per questo un ancoraggio potenziante, diviene la consapevolezza di potercela fare, che sosterrà la persona nel percorso vero la meta.

Non è funzionale cercare di sovrapporre un’ancora potenziante su una vecchia depotenziante, perché la rete neurale che la comprende, è molto vasta e non ci è dato sapere fin dove si estende.

È altresì funzionale, creare una nuova rete neurale positiva, si sulla base di una in memoria, ma non in competizione con quella negativa; semplicemente un’altra via per superare l’ostacolo.

Vi faccio un esempio: non butterò giù il muro che mi impedisce di passare, ma creerò una strada alternativa fino alla meta…semplice? Può diventarlo ma, la strada nuova va costruita con criterio.

Un piccolo schema non esaustivo

Il primo passo, prima di creare l’ancoraggio potenziante, è capire quali sono i punti di forza della persona, poi dobbiamo avere consapevolezza di quale limite è disposta e attualmente in grado di superare, e poi si passa a costruire una immagine vincente; agganciata a un gesto, un rituale, un mantra, una frase, l’importante è che sia ben strutturata e coerente con un realistico obiettivo.

Successivamente, generato a dovere l’ancoraggio, si passa alla sua ripetizione quotidiana e costante, in modo da creare una nuova rete neurale, ampia, forte e stabile, per permettere al cervello di vivere la situazione come se fosse già realizzata.

Per avere una buona riuscita, è inoltre funzionale far visualizzare lo stato desiderato, quello per il quale la persona ha deciso di usare lo strumento mentale dell’ancoraggio, poi evocarlo e vivificarlo il più possibile con particolari ricchi ed emotivamente marcanti, motivarlo verso il fine, insomma potenziarlo con la costruzione immaginativa.

Tutto  deve avvenire con la totale compliance della persona, tenendo ben presente che, la fiducia nell’ancoraggio è il carburante fina alla meta, senza fiducia, non si avrà il risultato desiderato, ma questo vale per tutti gli interventi di potenziamento delle Risorse Umane.

In sintesi, affinché il percorso abbia un finale vincente, creare un ancoraggio positivo è un percorso che va ben studiato, strutturato su misura, abilmente progettato, strategicamente pianificato.


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Una replica a “Giornata Nazionale del Terapista Occupazionale – 3”

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