Disturbo psicosomatico…facciamo un po’ di chiarezza

L’uso improprio del termine Psicosomatico, ha creato non poca confusione, cercherò di fare ancora un po’ di luce su questo ombroso argomento.

Come già affrontato in due precedenti articoli continuo a trovarmi a dovere far capire che, difronte a diagnosi di sintomo o malattia psicosomatica, ci troviamo realmente difronte ad un problema fisico, ma che, poichè mente e soma sono la stessa entità che compongono l’individuo senza alcuna separazione, il sintomo esperito è a tutti gli effetti reale e non immaginato ma, generato come risposta di difesa dal sistema umano.

La risposta più comune è di difesa del proprio dolore, quasi a certificare la realtà della sofferenza, come se fosse messo in dubbio che la persona non sta realmente male. Non è così ovviamente ma, tale reazione è la conferma della risposta del Sistema Nervoso Autonomo in assetto di sopravvivenza. La persona sovente si sente offesa perchè non capita, si sente sola nel suo dolore, non comprende come sia essa stessa artefice di un programma di iperdifesa.

La cosa più difficile è guidare la persona allo schift mentale che le permette di osservare il meccanismo nocivo. La chiave in realtà è abbastanza semplice, distaccarla dalla faccia attaccata allo specchio in modo che si guardi a distanza e osservi le dinamiche che le ruotano intorno.

Per aiutarla a capire il meccanismo faccio sempre questo esempio “Se ti guardi con il naso appiccicato allo specchio, non vedi forse una deformità? Ecco, se ti distanzi a sufficienza dallo specchio, puoi vederti dalla testa ai piedi e la deformità scompare, perchè era una distorsione del punto di vista”.

A volte funziona e giunge il primo insight, altre è necessario procedere con pazienza, passo dopo passo, verso prese di coscienza a piccole dosi. Va sempre tenuto presente che un disturbo è una difesa che si abbassa solo se la persona non si sente più in pericolo.

In ogni caso, la spiegazione che segue , insight o non insight, è che psicosomatico, NON vuole dire che esiste solo nella testa, psicosomatico vuol dire che si esprime sul corpo.

La Psicosomatica infatti, indaga la relazione tra mente e corpo, tra mondo emozionale e mondo emotivo e coglie gli effetti negativi che la psiche produce sul corpo. In merito la scienza ci spiega come i Disturbi Somatoformi e Psicosomatici rappresentino delle vere e proprie malattie fisiche che comportano danni sia a livello organico che psico-emotivo.
Cause sono i pensieri angosciosi e le emozioni negative (risentimento, rimpianto, impazienza, indecisione, preoccupazione, rabbia, ecc.), mantengono il Sistema Nervoso Autonomo iperattivo, cioè in modalità di sopravvivenza, con le ben conoscite risposte di attacco o fuga, paralisi, apatia, ecc.

Ripassiamo velocemente cosa vuol dire Somatoforme

Il disturbo somatoforme è caratterizzato da uno o più sintomi fisici di natura cronica, accompagnati da livelli importanti e sproporzionati di sofferenza, preoccupazione e difficoltà a svolgere le attività di tutti i giorni, correlate a tali sintomi.

Vediamo come si sviluppa la catena biochimica in reazione all’evento esterno, emotivamente marcante.

Facendo un esempio: ho un grave e pesante trauma, di qualsivoglia natura come un incidente, perdita di un caro, divorzio, perdita del lavoro, ecc..

Il primo input dall’esterno, entra per le vie sensoriale-psichica-neurologica. Ecco che determinate aree cerebrali, preposte alla mia sopravvivenza, attuano un meccanismo di difesa, in base all’importanza dell’evento causante, attivando nel corpo, una reazione a cascata e, cosa più importante, marcano tale risposta nella nostra memoria più inconscia che conscia.

Così succede che la reazione all’azione ricevuta, si mantenga attiva anziché interrompersi; un po’ come succede quando una persona o una situazione, mi danneggiano, sarò sempre in allerta verso quella “forma di interazione”.

Così la “macchina umana”, meravigliosamente complessa e specializzata, che si è attivata quel tal giorno, a causa di quell’evento mantiene attivi i recettori rispetto all’agente attivante e, invece che interrompere la reazione, la prolunga ad oltranza. Questo fa si che molte e complesse reazioni vengano attivate, per ripristinare la fisiologia del corpo, con il pericolo di innescare il famoso “cane che si morde la coda”.

Credo che l’elenco che segue, possa essere ‘illuminante’ sul concetto che avere un disturbo di somatizzazione, non vuol dire che i sintomi fisici siano immaginari, ma che nel trasferimento dalla sfera psichica al soma (corpo), vengono generati dei sintomi. Questi sintomi si manifestano sul corpo sotto molteplici forme di effettivo disagio/malattia.

Le conseguenze più diffuse di una somatizzazione (tratto dal DSM-III-R):

  • Sintomi gastrointestinali
    • Vomito
    • Dolore addominale
    • Nausea
    • Aerofagia
    • Diarrea
    • Intolleranza per diversi tipi di cibo
  • Sintomi dolorosi
    • Dolore agli arti
    • Mal di schiena
    • Dolore articolare
    • Minzione dolorosa
    • Altri tipi di dolore
  • Sintomi cardiopolmonari
    • Dispnea (fatica a respirare) non sotto sforzo
    • Palpitazioni
    • Dolore al torace
    • Vertigini
  • Sintomi di conversione o pseudoneurologici
    • Amnesia
    • Difficoltà di deglutizione
    • Perdita della voce
    • Sordità
    • Diplopia (visione doppia)
    • Visione confusa
    • Cecità
    • Svenimenti o perdita di coscienza
    • Crisi comiziali (epilessia) o convulsioni
    • Difficoltà di deambulazione
    • Paralisi o debolezza muscolare
    • Ritenzione urinaria o difficoltà ad urinare
  • Sintomi sessuali
    • Sensazione di bruciore a livello degli organi genitali o del retto (al di fuori del rapporto sessuale)
    • Indifferenza sessuale
    • Dolore durante il rapporto sessuale
    • Impotenza
  • Sintomi sessuali specificatamente femminili
    • Mestruazioni dolorose
    • Irregolarità del ciclo mestruale
    • Eccessivo sanguinamento mestruale
    • Vomito gravidico
  • Apparato gastrointestinale
    • Gastrite
    • Colite ulcerosa,
    • Ulcera peptica
  • Apparato cardiocircolatorio
    • Tachicardia
    • Aritmia
    • Cardiopatia ischemica
    • Ipertensione essenziale
  • Apparato respiratorio
    • Asma bronchiale
    • Sindrome iperventilatoria
  • Apparato urogenitale
    • Dolori mestruali
    • Impotenza
    • Eiaculazione precoce
    • Anorgasmia
    • Enuresi
  • Sistema cutaneo
    • Psoriasi
    • Acne
    • Dermatite atopica
    • Prurito
    • Orticaria
    • Secchezza cutanea e delle mucose
    • Sudorazione profusa
  • Sistema muscoloscheletrico
    • cefalea tensiva
    • crampi muscolari
    • torcicollo
    • mialgia
    • artrite

Come ben capite, parliamo di corpo, non di psiche; parliamo di reazione fisica ad un evento psichico.

Per essere ancora più chiara, poniamo il caso che un incidente improvviso mi fa “salire il cuore in gola”, da lì in poi, anche solo il ricordo (conscio e inconscio) di quella paura, di quegli odori, di quelle luci, colori, suoni, sensazioni…, riattiva in me determinate reazioni, e più è stato impattante il trauma, più il mio sistema limbico, rimarrà in allerta, verso quegli input.

La mia memoria, ha immediatamente costruito un collegamento neurale, una sorta di tasto di allarme e anche solo la paura che riaccada, il solo ricordo, generano una reazione nel mio cervello e immediatamente dopo, nel corpo.

Sperando vi sia di conforto e aiuto, finisco questa breve speculazione, dicendo che non esiste malattia dove mente e corpo sono separati, e, non è tanto importante di che origine sia la malattia fosse una frattura o un cancro, ma come la si vive, COME LE SI DIVENTA “COLLABORATORI” PER UNA EVOLUZIONE (RESILIENZA), COME SI IMPARA AD ASCOLTARNE I MESSAGGI, COME SI UTILIZZA PER GUARIRE.

Della malattia, non dovrebbe essere troppo importante per il paziente scoprire la causa ma, visto che ormai è arrivata, ma cogliere che cosa insegna e per farlo, si possono rivolgere a se stessi domande come:

Come mi ha cambiato?

Che cosa ho ricevuto in più di prima?

Che vantaggio c’è che non riesco a vedere sotto tanta sofferenza?

Che opportunità mi da?

…….?…ecc…

Mai un disagio è senza crescita, mai, senza un lato costruttivo per noi, non si esce mai da un problema senza un valore in più di prima, e la malattia è una grande maestra. Se la si vede così, prima di abbandonarla, si rivela una grande opportunità di apprendimento ed evoluzione.

“L’esperienza non è ciò che accade a un uomo.

È quello che un uomo fa con ciò che gli accade.”

A. L. Huxley