
La parola enantiodromia, di derivazione greca composta da enantios che significa opposto e dromos che significa corsa, è stata coniata da Carl Gustav Yung e sintetizza perfettamente il meccanismo psichico di autoregolazione dell’inconscio.
Ogni persona dovrebbe incontrare il suo inconscio, quel prezioso alleato che tutto aiuta a risolvere, in un meccanismo perfetto di azione/reazione, durante il percorso di evoluzione personale, nel corso degli eventi della vita.
“Il principio di individuazione di sé è un processo naturale e necessario, è un impulso inevitabile, un imperativo biologico. Non posso non andare nella direzione in cui mi spinge la sua corrente, è irresistibile ma se io le resisto consciamente e soprattutto inconsciamente, se non seguo la corrente della mia individuazione, della mia realizzazione, se non divento ciò che sono, ecco che interviene il principio psichico della enantiodromia.” [Il viaggio dell’eroe]
Jung ci dice che l’enantiodromia si attiva quando avviene un blocco prolungato rispetto alla chiamata verso una specifica azione o cambiamento e questo blocco domina la vita cosciente. Con il tempo e le ripetute resistenze, si forma una contrapposizione inconscia altrettanto forte alle resistenze.
L’enantiodromia è un meccanismo di autoregolazione del processo di individuazione, un processo di integrazione delle componenti della personalità, il cui completamento rappresenta il fine primario dell’esistenza di ciascuno di noi. Scopo ultimo di tale processo è quindi la piena affermazione del Sé, che avviene mediante un vero e proprio viaggio di scoperta per capire chi siamo davvero, allontanando tutte le influenze esterne che ci distanziano dalla nostra natura.
Quando un individuo si disallinea – antiodromia – dal suo processo di individuazione, quando si ferma o va nella direzione opposta, ecco che interviene l’autoregolazione.
Così correre nel senso opposto alla direzione di individuazione, non rispondere alla nostra chiamata all’avventura o rifiutare la chiamata, mette in atto la risposta di autoregolazione dell’inconscio che interviene per ripristinare l’ordine.
La cosa non è affatto piacevole…
Quando ci sottraiamo a scelte importanti, a cambi di rotta, a rotture di relazioni o schemi, il risultato che otteniamo è piuttosto spiacevole; crisi, malattie, conflitti.
Se il processo di individuazione in qualche modo si blocca l’energia psichica stessa interviene affinché il processo riprenda verso il suo fine.
Ecco il cuore della consapevolezza che ognuno dovrebbe far battere nella propria vita, la consapevolezza che le nostre scelte influenzano in modo perfetto la rotta delle scelte successive e cosa importantissima, la nostra salute.
Mai come ora è tempo di prendere consapevolezza che la malattia, le crisi, i problemi, non sono la causa del nostro bloccarci ma, l’effetto del nostro bloccarci che, così facendo, causa un disallineamento dal percorso di evoluzione.
Quando si verifica questo disallineamento interviene l’energia di autoregolazione che ha come fine il riallineamento, il riequilibrio; se comprendiamo ciò, comprendiamo come funziona la natura umana e come tutti i problemi nascono quando agiamo contro la nostra natura.
Ecco perché, spiega Jung, è assolutamente indispensabile seguire la legge di individuazione e ribadisce che è indispensabile che una persona si individui, perché l’individuo non differenziato dagli altri cade in uno stato di bassa funzionalità e commette azioni che lo pongono in disaccordo con sé stesso costringendolo ad essere e ad agire come non è. Si genera uno stato di bassa autostima, e la sensazione di mancanza di libertà e di realizzazione, offusca ogni visione a un futuro positivo e costruttivo.
Jung ci spiega inoltre che il processo di individuazione si innesca alla nascita; come un albero si sviluppa da una ghianda seme per diventare alla fine una quercia, così l’uomo diventa ciò che il seme deve diventare o meglio dovrebbe diventare.
Il disallineamento da sé, può essere causato da molteplici fattori, da condizioni esterne a noi, da ostacoli o distorsioni degli schemi mentali limitanti, da una educazione sbagliata, o per altre ragioni. Però, se apriamo la nostra mente con la conoscenza di determinati aspetti, con lo studio di testi autorevoli, con la formazione sulle tecniche atte a promuovere la nostra evoluzione, allora ci apriamo a infinite possibilità.
Per fissare bene questi concetti, possiamo farci forti delle parole della psicologa junghiana Marie Louis Von Franz, che ci invita a riflettere sulla propensione dell’individuo verso l’inesorabile spinta alla crescita, cioè alla sua autorealizzazione: “Se rifiutiamo il processo di individuazione, se non lo accettiamo, esso crescerà dentro di noi e allora sarà la nostra stessa crescita interiore a ucciderci. Se rifiutiamo la crescita essa ci ucciderà che equivale a dire che se una persona è completamente infantile e non ha altre possibilità accadrà ben poco, se invece la persona ha dentro di sé una personalità superiore, cioè una possibilità di crescita, allora subentrerà un disturbo psichico.”
In articoli passati abbiamo sottolineato, come ci insegna James Hillman , che ad esempio la depressione, può diventare una prova, un sintomo positivo, un segnale che si accende per indicarci che qualcosa vuole crescere, che non stiamo bene nel nostro stato attuale. È una chiamata ad agire un cambiamento verso una versione più evoluta di noi stessi.
Per concludere, il senso finale è che, se non accettiamo la crescita, essa avverrà contro di noi a nostre spese e si avrà allora quella che potrebbe essere definita una individuazione negativa; il processo di individuazione, di maturazione e di crescita interiore procede inconsciamente e anziché sanare la personalità finisce col danneggiarne la potenzialità.
I problemi nascono per dare vita a nuove soluzioni, non per ostacolarci, vengono a trovarci per trovare soluzioni più efficaci e costruttive all’ecologia della nostra vita.
Il cambiamento è di tutti ma solo per chi lo vuole veramente…
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