
L’argomento microbiota e salute generale, è da molti anni, sotto la lente della scienza poiché, visto che rappresenta la prima grande difesa dalle aggressioni esterne, se non tenuto in salute, ne risente l’intero organismo.
Ci sono varie e ricche soluzioni, per mantenerlo in salute, ma la più garantita, perchè in dotazione della nostra “macchina umana” fin dalla nascita, è l’assimilazione dei nutrienti tramite una corretta alimentazione; il vecchio concetto della benzina giusta nel motore.
Per mantenere in salute le strutture dell’apparato digerente, è necessaria pazienza, costanza, sensibilità, propriocezione interna, in pratica, bisogna imparare a riconoscere i segnali che tutti, ripeto tutti i sistemi viventi emettono; bisogna anche fare attenzione a come si mangia (evitare di mangiare guardando il cellulare, guidare, leggere, parlare troppo), come si cuociono i cibi senza “ucciderne” i nutrienti, dove vengono prodotti e confezionati, ecc.
Ma, la salute del nostro apparato gastro-enterico, dipende molto dallo stato della flora batterica, quell’insieme di microorganismi collaboranti e complementari, al nostro ecosistema interno. Rivolgendosi ad un bravo nutrizionista, che sia di formazione medica e non fai da te, si ottengono indicazioni per una igienica e salutare alimentazione, idonea a ripristinare la salute dell’intestino; la scienza sta ampiamente dimostrando che dalla sua salute, dipende la salute dell’intero corpo.
A mettere a dura prova questo microcosmo dentro noi, non c’è solo il cibo, ma anche l’ambiente, a proposito del quale, vorrei fare un focus, su un aspetto comune a molti, la convivenza con gli animali. Anche se risulta essere un vero salvavita, una panacea per tutti i mali, una insostituibile e sincera compagnia, per alcuni un motivo di vita serena, bisogna imparare a gestirla. Per convivere con uno o più animali, bisogna creare un ambiente idoneo alla nostra salute, non solo alla loro; la convivenza con i nostri amici animali, ha delle condizioni, che se non soddisfatte, divengono a sfavore della nostra salute, anche in modo determinante[1].
Nonostante l’enorme supporto morale che sanno regalarci, il loro microbiota, non è proprio compatibile con il nostro, soprattutto e sottolineo soprattutto, se non siamo in salute[2]; in questo caso può procurarci grandi disagi. Per loro natura ed abitudini, gli animali hanno grande accesso a veicoli ricchi di batteri e parassiti, ma non sarebbero così nocivi, se le nostre abitudini, fossero più igieniche. Mi riferisco all’abitudine di farli dormire con noi sul letto, di baciarli, di farsi leccare la bocca o addirittura, farli mangiare nel nostro piatto.

Ovviamente, non è una volta sporadica ad inficiare fulmineamente la salute, ma la frequenza, l’abituale atteggiamento sbagliato, che fa la differenza.
È impensabile che qualcuno rinunci al proprio amico fedele, che talvolta è più utile di un familiare e più che un amico, ma è necessario essere consapevoli di come convivere con la flora parassitaria che naturalmente ogni animale possiede (vedi: malattia di Lyme[3], parassitosi sistemica[4], infestazioni da tenia del cane e del gatto[5], ecc.).
So che molti lettori, hanno già inarcato le sopracciglia, e ostentato un vivo dissenso, ma prima di trarre conclusioni a sfavore, vi prego di leggere quanto segue. Se si è ben informati, si è protetti.

Esistono forme di parassitosi sistemica, che a lungo andare, procurano una ricca e variegata sintomatologia, confondibile e sovrapponibile, con altre affezioni. Di seguito, per essere più neutrale possibile, vi lascio a chi studia e documenta tali teorie, ma prima di lasciarvi alla lettura di questo ed altro materiale, che potete trovare online (si ricorda di verificare prima l’attendibilità della fonte), voglio ricordare a tutti coloro che convivono con gli amici animali, che le regole igieniche, fanno sì che non possano nuocere alla nostra salute e godere in modo sano, della loro preziosa compagnia.
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“Fibromialgia, quando i batteri dell’intestino dettano legge sui disturbi reumatici”
In Italia ne soffrono quasi 4 milioni di persone. Per la cura occorre puntare sul microbiota. È una malattia a tutti gli effetti, anche se spesso i primi a non riconoscerla sono i medici. Gli stessi che talvolta la definiscono “invisibile”, sebbene a soffrirne, soltanto in Italia, siano fra i tre e i quattro milioni di individui. Eppure la fibromialgia è la malattia reumatica più diffusa, dopo l’artrite.
MALATTIA REUMATICA, MA NON SOLO – Oltre ai disturbi a carico di ossa, muscoli e articolazioni, la fibromialgia può “ripercuotersi” anche sull’apparato digerente. «Il 70% dei pazienti che presentano diagnosi di colon irritabile sono poi classificabili come fibromialgici e viceversa», ha spiegato Menotti Calvani, specialista in neurologia e nutrizionista all’Università di Roma Tor Vergata, nel corso del congresso della Società Italiana di Gastroreumatologia. Una parziale conferma di quanto ricercatori e clinici ipotizzano da tempo: i legami tra le malattie reumatiche e i disturbi del tratto digerente, in ragione di alcuni meccanismi infiammatori condivisi, sono ben più profondi di quanto si possa immaginare. Non è un caso che chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali – morbo di Crohn e retto colite ulcerosa – risulti più a rischio di sviluppare l’osteoporosi, giusto per fare un esempio.
IL RUOLO DEL MICROBIOTA – Il sospetto, che a giocare un ruolo non trascurabile sia anche il microbiota: l’insieme di batteri, virus e parassiti che popolano l’intestino. Oggi questa pattuglia di microrganismi risulta “indagata” per una molteplicità di condizioni: dall’obesità ai disturbi dell’umore, in ragione di un legame ormai comprovato tra l’intestino e il cervello. Le scoperte sulle proprietà del microbiota – sulla cui composizione incide innanzitutto la dieta – sono recenti e comprendono, oltre a un effetto barriera contro gli agenti esterni, una funzione di regolazione dei meccanismi infiammatori. Da qui l’idea di poter intervenire, anche se non è ancora chiaro come, con la dieta per compensare i sintomi della fibromialgia. «Secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno su Reumathology , eliminando il glutine dalla dieta di un campione di persone affette da fibromialgia si potrebbe ottenere una significativa riduzione del dolore e un miglioramento della qualità di vita», afferma Vincenzo Bruzzese, direttore dell’unità operativa di medicina interna dell’ospedale Nuovo Regina Margherita di Roma e presidente della Società Italiana di Gastroreumatologia.
“Svelato il mistero della sindrome da fatica cronica: le cause nel microbioma intestinale”
Lo sostiene uno studio statunitense della Cornell University. Dalla ricerca potrebbe nascere un nuovo test poco invasivo
http://archivio.blogsicilia.it/la-sindrome-dellintestino-permeabile/
“La sindrome dell’intestino permeabile”
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2017/08/12/ASpVRxeI-calvario_quella_puntura.shtml
“Storia di Gaetano, 15 anni di calvario per una puntura di zecca”
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NOTE al testo:
[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=cat%27s+tapeworm+and+human+diseases
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27383983
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29051379
[2] Se le difese immunitarie del nostro apparato gastroenterico sono basse, non sono in grado di far fronte ad una eccessiva proliferazione di parassiti e batteri.
[3] https://www.osservatoriomalattierare.it/malattia-di-lyme
[4] https://www.studocu.com/it/document/universita-degli-studi-di-napoli-federico-ii/malattie-infettive/appunti/appunti-malattie-infettive-le-parassitosi-sistemiche-aa-20142015/848747/view
[5] https://www.ragusaoggi.it/tenia-del-cane-un-rischio-per-luomo/
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