insonnia

Diversi studi hanno esaminato come la produzione di nuove cellule e il loro sviluppo nei neuroni è influenzata in modo negativo, dalla perdita del sonno.

Ogni terapeuta, conosce l’importanza di assicurare al paziente una qualità del sonno ottimale, atta al recupero delle energie, da spendere nella cura. È proprio a questo scopo che si deve guidare il paziente al riequilibrio delle fasi sonno-veglia, al fine di ristabilire un livello ottimale di compliance/performance.

La scienza ha dimostrato che esistono ritmi biologici circadiani (circa-dies=circa un giorno), ritmi ultradiani (si verificano più volte al giorno) e ritmi infradiani, che richiedono più di un giorno, come per esempio il ciclo mestruale o i ritmi stagionali. I ritmi circadiani, sono particolari ritmi di attività-riposo, che hanno un andamento periodico di 24 ore in condizioni di normale adattamento ai sincronizzatori, che sono: alternanza luce-buio e abitudini sociali.

Si è notato che in situazioni di isolamento dai sincronizzatori, vuoi per turni di lavoro, o per patologie che deprivano del sonno, il periodo circadiano nell’uomo, diventa più lungo di 24 ore, alterando così tutto quanto correlato all’equilibrio psico-fisico come si può evincere dai seguenti esempi di ritmi circadiani:

  • temperatura corporea
  • frequenza cardiaca
  • pressione arteriosa
  • prestazioni fisiche e intellettuali
  • molti ormoni: – ACTH – GH – TSH – FSH – LH – PRL – cortisolo – T3- T4- ecc.

Il sonno, così importante da incidere sulla sopravvivenza, ancora ad oggi, rimane un mondo ricco di funzioni misteriose, apparentemente semplice ma infinitamente complesso, tale da impegnare la scienza al suo studio costante.

Molti ricercatori, si sono occupati di studiare il sonno, e in questo articolo ne citeremo solo degli esempi, come quelli del Boston Children’s Hospital, i quali affermano che […] Da un punto di vista psicologico la cattiva qualità del sonno, porta a prestazioni e tempi di reazione più lenti, vi è il rischio di sviluppare ansia o depressione. Inoltre, il sistema immunitario ne viene indebolito, la pressione può tendere ad alzarsi predisponendo al rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete e cancro. Infine, un aspetto delicato riguarda i telomeri, i cappucci dei cromosomi in ogni cellula che vengono accorciati da troppo stress e troppo poco sonno: telomeri accorciati significano una durata di vita più breve. […][1]

Ed ecco che, il team del Centro di Medicina del Sonno, della Clinica Neurologica all’Università di Parma, afferma che […] “La comparsa del sonno è influenzata, oltre che dagli aspetti circadiani, anche da meccanismi di regolazione omeostatica per cui maggiore è la durata della veglia precedente più importante sarà la propensione al sonno. I meccanismi omeostatici e circadiani si integrano e, in condizioni fisiologiche, contribuiscono insieme a determinare il normale ritmo sonno-veglia. La durata media del sonno fisiologico di un adulto sano è di circa 7-8 ore. Ma va ricordata l’importante variabilità interindividuale, per cui esistono soggetti (i cosiddetti “brevi dormitori”) che hanno bisogno di meno ore di sonno per ottenere un buon riposo fisiologico (5 ore o meno) così come esiste la condizione speculare di “lungo dormitore” in quei soggetti che necessitano di un sonno di lunga durata (almeno 10 ore) per sentirsi riposati ed efficienti lungo la giornata. Il riconoscimento dell’ipno tipo (breve, normale o lungo dormitore) è fondamentale nella valutazione di un paziente”. […]

[…] Nonostante la funzione dei neuroni adulti è ancora una questione di dibattito, negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha evidenziato come nuovi neuroni vengono generati per tutta la vita, in aree selezionate del cervello, in particolare il gyrus dentato della formazione ippocampale e la zona sub ventricolare dei ventricoli laterali. Nel caso dell’ippocampo, l’integrazione di nuove cellule nel circuito neuronale esistente, può essere coinvolto nei processi di memoria e nella regolazione dell’emotività. Diversi studi hanno esaminato come la produzione di nuove cellule e il loro sviluppo nei neuroni è influenzata dalla perdita del sonno e nel sonno. Mentre la disfunzione del sonno per un periodo più breve di un giorno sembra avere un piccolo effetto sulla velocità basale della proliferazione cellulare, la prolungata restrizione o la disfunzione del sonno possono avere effetti cumulativi che portano ad una notevole diminuzione della proliferazione delle cellule ippocampali, della sopravvivenza cellulare e della neurogenesi. […]  I meccanismi con cui la perdita del sonno interessa diversi aspetti della neurogenesi adulta, sono sconosciuti. Tuttavia, parecchi studi mostrano chiaramente che la perdita prolungata del sonno può inibire la neurogenesi ippocampale indipendente dagli ormoni dello stress da adrenale. In conclusione, mentre la modesta restrizione del sonno può interferire con la valorizzazione della neurogenesi associata ai processi di apprendimento, la prolungata disfunzione del sonno può anche influenzare i tassi basali della proliferazione cellulare e della neurogenesi. […] [2]

Alla luce di quanto esplicato, il primo obiettivo che si pone il Terapista Occupazionale specializzato in Mental Training e TAS Tecniche di Abilitazione Sensoriale, è il miglioramento del sonno della persona in cura, cosa che avviene in pochissimi, incontri (da 2 a 4), a prescindere da anamnesi di ingresso, di cattivo dormitore. Una volta ripristinato il ritmo del sonno, la persona riporta le frequenze cerebrali, su livelli di stress più basso, evidenziando miglioramento dei sintomi e potenziamento della guarigione.

Con il procedere nei training di MT e TAS, si verifica un reset delle abitudini di sonno.

Il miglioramento del sonno viene quantificato con una scala visuale, da cui si parte anche da valore 3/4, per arrivare a 8/9 talvolta 10, in due/tre sedute; va sottolineato che tale miglioramento, rimane stabile nel tempo, soprattutto mediante apprendimento dell’auto-training.

Inizialmente il training è guidato dal terapista, poi si prosegue con addestramento all’auto-trattamento, in modo da rendere autonomo il paziente e fornirgli uno “strumento sempre in tasca”, che diverrà funzionale non solo per gestire la qualità del sonno, ma per gestire il rilassamento muscolare e controllare il dolore.

Inizialmente si addestra il paziente a non sentirsi più tale, lo si conduce a riconoscersi in Persona, distaccandosi dalla patologia, e si prepara il terreno per la “costruzione della cura”, sulle basi di un rapport facilitante, tecnica mirata, trattamento modellato sulla Persona, come un abito su misura.

Il miglioramento del sonno, si ottiene in pochissime sedute, e cosa più importante, si mantiene nel tempo, grazie all’auto-training.

Studi a corredo:

  • Maamer Slimani, David Tod, Helmi Chaabene, Bianca Miarka and Karim Chamari Effects of Mental Imagery on Muscular Strength in Healthy and Patient Participants
  • Angelo Maravita, Mario Cigada and Lucio Posteraro – Department of Psychology, University of Milano-Bicocca, Milano, Italy – Riabilitazione Specialistica, Ospedale di Suzzara SpA (MN), Italy Talking to the senses: modulation of tactile extinction through hypnotic suggestion
  • Marie Sage Marshall, Peter M. Bentl The Effects of Deep Physical Relaxation and Low-Frequency-Alpha Brainwaves on Alpha
  • Harold B. Crasilneck &James A. Hall The use of hypnosis in the rehabilitation of complicate vascular and post-traumatic neurological patients
  • Appel PR The use of hypnosis in physical medicine and rehabilitation
  • Spiegel D, Chase RA.The treatment of contractures of the hand using self-hypnosis
  • Lavie, D.F.Kripke Ultradian circa 112 hours rhythms: A multioscillatory system
  • Gerald L. Weinhouse, MD; Richard J. Schwab, MD Sleep in the critically ill patient
  • C M Shapiro, G M Devins, and M R Hussain Abc of sleep disorders. Sleep problems in patients with medical illness
  • Ernest L. Rossi, Ph.D., Salvatore Iannotti, MD, and Kathryn L. Rossi, Ph.D The new neuroscience school of therapeutic hypnosis, psychotherapy, and rehabilitation
  • James M. Krueger, Ferenc Obäl Jr A neuronal group theory of sleep function
  • Milton Erickson, E. L. Rossi, M. O. Ryan, F. A. Sharp Guarire con l’ipnosi
  • Frenda SJ, Patihis L, Loftus EF, Lewis HC, Fenn KM Sleepdeprivation and false memories
  • Cordi MJ, Schlarb AA, Rasch B Deepening sleepby hypnotic suggestion

[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16774162

[2] https://digilander.libero.it/medlavparma/palermo181108/spaggiari.pdf